Cuore nero
Ingioiellato di topazio
batte come il ciglio d’un neonato
e sento torbide tempeste.
Tormenta l’anima avvelenata.
Preziosi forzieri di diamante celano
negri assilli, brune commozioni.
È come l’assenzio licenzioso.
E Bacco offre il liquido scarlatto.
Coscienza or è cieca et ubriaca
In punta di piedi, scalfita, provocata
su triangoli mordaci di vetro.
Sale astruse, meste, aspre
e nell’oblio sento di vagare
Questo cuore oltraggiato
impenitente al mal che vive.
Ch’è lui pregiata pietra nefasta
m’offusca la già pallida visione.
Rendimi ancella ossequiente
Tu inestinguibile padrone!
Alla fioca luce d’un pilastro di cera
Succhi le bluastre righe dei polsi avorio
E quand' il cielo lamentoso piange ghiaccio
Gettata in terra senza speme, abdichi.
Ti cingi di tormenti
Tornando tra il mio seno
venato di peccato e,
sento l’imbrunire partorire dal mio ventre.

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credo che la poesia debba riuscire ad interpretare un pò l'essenza di chi scrive







