sono giunto a te.
Ora che ti sto dietro,
sento il calore che emana il tuo corpo.
Ho attraversato una landa intrisa di lacrime,
soggiaciuto alle leggi imposte,
mentre stormi di pipistrelli abbandonavano la volta stellata.
Sono giunto a te.
Tu eri lì, con le mani intrecciate in grembo,
e guardavi fuori dalla finestra a cercare chissà cosa.
Ti ho preso per le spalle e hai sussultato,
in questa valle intrisa di lacrime.
Possa Dio perdonarmi per il male che ho commesso.
Ancora ne sono pregno.
M’insegue come un animale insegue la sua preda.
Non basterà una preghiera per lavare via l’onta.
Cammino per questi campi color porpora,
e vengo, vengo da te.
Fiumi si dividono in piccoli rigagnoli,
e bagnano la terra secca e arida.
Sto nel vento su nel cielo.
Posso vedere la valle e la città,
posso perdermi in una folata di brezza.
Sono piccolo come un insetto e incespico.
Ora il mio viaggio è finito.
Le ali si sono ritratte.
Sono tornato umano.
Possa Dio perdonarmi.
Poesia scritta il 27/09/2017 - 12:07Voto: | su 5 votanti |

GianMaria Agosti
28/09/2017 - 14:13

genoveffa frau
27/09/2017 - 22:40
paola marsano
27/09/2017 - 21:53 intraprenderlo è il primo importante passo.
Intensa!

Grazia Giuliani
27/09/2017 - 20:20 via, cercando di non errare più. Versi apprezzati. Un saluto!

Grazia Denaro
27/09/2017 - 19:21 con tutta la sofferenza del male che si è fatto
ma la consapevolezza che sbagliare è umano

laisa azzurra
27/09/2017 - 19:15

ALFONSO BORDONARO
27/09/2017 - 14:01



