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Ardente

Condanna
Insaziabilità d'animo
l'ebbero chiamata
quell'arma che di me fece
viandante
che di me
disse come d'uomo ardente.
E ardevo
Sissignori
Quanto alto era il monte
su cui veloce
m'aizzavo
tanto più ardere
il cor'mio
sentivo.
E instancabile
col sudore che
con le lagrime mie
faceva l'amore
seppi per i campi andare
e il dirupo
e l'oscuro tramonto,
l'urlo d'aiuto
gli amanti nell'atto
veloce com'un ratto
m'aggiravo per i vicoli d'un mondo
fuggitivo,sempre pronto
al cambiamento ed
io
in preda allo sgomento
m'accasciai al suolo
venerando
quell'impavido cambiamento che
incessante fece di me
quell'assurdo di cui,
fu detto tutto
pazzo stupido e viandante.
Fame e ancora fame
insaziabile
e poi l'amore;
l'odio l'urlo
lo sfogo
di chi tutto prova
e niente sente, o poco..
Assente,impavido
inerme
seppi stare avanti al cielo
alla tempesta
alla serpe
assaporando l'suo veleno.
Non ebbi paura e non provai stupore
fu solo lui,
O ardore
a farmi camminare,
incessantemente andare,
e Signori ,
che non fu forse questo il senso
ch'ebbi dato al mio essere sorgivo
e non scelsi d'aprir gl'occhi
ma volli andare correndo
o a piccoli tocchi
e con lo sguardo seguire
quello che del mondo fu lo splendido avvenire.
E vivo mi sentii nell'attimo
tra l' tocco del cielo
la paura del baratro,
la dove non poss'essere solo scheletro
e carne putrefatta,
così ardente
ov'io poss'essere principio
mai più accidente
viandante,
o insolito passante.
Incredibilmente
Incredulamente,
vivo e
dell'amore per la vita
coraggioso mandante


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Poesia scritta il 19/11/2017 - 21:57
Da Ludovica Gabbiani
Letta n.1147 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


bella opera brava

GIANCARLO POETA DELL'AMORE 20/11/2017 - 18:19

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