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Non so. Non ricordo. Non ho memoria da svuotare

Non eri
Tu non esistevi.
Non sussistevi.
Eri Impercettibile.
L’impensabile.
Sfuggente ai miei occhi.
L’assurdo per la mia anima.
Non eri entrata al mondo.
Perché nel momento in cui non eri in me
eri la non nata.
La non formata.
Non avevi consistenza per le mie mani.
Né densità, né spessore per i miei occhi.
Eri scivolosa per il mio tempo:
giacché non esistevi nel mio quotidiano.
Non perduravi nel ciclo del mio scorrere.
Quindi è inutile che discuti con me cuore.
Petto e anima mia tacete.
Su come facevo a respirare.
Su come sentivo.
In che modo riempivo il mio cammino.
Non ho ricordi da sguinzagliare:
non esisteva ancora
l’inconfondibile profumo;
non mi insaporiva la forma
di nessuno sguardo.
Né alcun suono in quel tempo mi penetrava.
Quindi mente cosa rovisti nelle tue sacche?
Non eri ancora luogo abitato.
Preso.
Impossessato.
Non era ancora venuta.
Non s’era ancora adagiata nel tuo spazio
a foderare le tue pareti
Non era venuta ancora a custodire i tuoi ricordi
E voi orecchi e labbra perché vi incuriosite
di dove posi la parola;
dove estesi il mio ascolto
Io non conoscevo il suo nome.
Non era il possessore del mio orecchio
La stesa per le mie labbra.


Tu non eri ancora.
Né un aggettivo.
Né un verbo.
Né una parola
Eri donna confusa tra altre.
Eri dono mischiato ad altre.
Tu non eri ancora esistenza.
E io cosa feci in quel tempo in cui
non eri ancora respiro?
Non so!
Non ricordo.
Non ho memoria da svuotare.



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Poesia scritta il 23/11/2017 - 14:15
Da Vincenzo Liguori
Letta n.1124 volte.
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