Non risuona più la grancassa
né il pensiero che l'accendeva.
né il pensiero che l'accendeva.
Ci sono solo piedi stanchi
su questo palcoscenico muto
e mani distratte
che non concedono spazio all'etereo
ma solo movimenti convessi
e dannatamente uguali
senza l'accenno di una nota
o uno schioccare di dita.
E' il tutto convertito al nulla
l'apologia del pressapochismo cosmico
uno scioglilingua affetto da paresi
che alle parole non sa più dare suoni.
Non risplende più questa notte
e nemmeno l'alba
sono fuggiti anche i ricordi
dagli spifferi di questo inverno.
E la terra trema
ad ogni mio passo incauto
mentre fa rotta verso gli inferi
l'arca del tempo che non ritorna.
Non risuona più la grancassa
se non per corsetti di requiem.

Da Enrico Danna
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Commenti
Bella la tua poesia Enrico caro.
carica di profonda riflessione.


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