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E questo mio Genio
Inerme,
Famelico
Lascio perire
nell'ultima stanza
d'una dimora oscura..
O anima mia
di lamenti e deliri
sapesti nutrirti
ed io
Ignara
Là dove dicevano salita
ammiravo un alta scala..
e Nuvola,Cielo
Dimora di dei
Terra suolo
Covo d'effimeri
Bipe-Dèi;
e Quant 'assurdità
bramosie
vanità
sopportarono
l'altri sensi miei.
Seppi poi , insofferente
ascoltare Te
O mio cuore ardente
E dare aria al genio
Pane ,
a quell'anima mia
e L'allegria
Libertà;
Può dirsi questa vanità?


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Poesia scritta il 05/05/2018 - 14:20
Da Ludovica Gabbiani
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