Nell 'ora dell ultimo 
giorno degli  ultimi amori 
del comiato ,
s' offende la memoria al rimembrar ,
perché più la tormenta e strazia il core .
Allor si affanna a riveder l' amato volto 
il suon della voce  i perduti verbi .
Più more il giorno più tormenta la notte ,
trancia  il petto un dolore battente,
Il disperato disio  di sentir  l 'amato sono .
Sovvengon  le idee i giorni persi
ammutolisce  il pianto di non aver vissuto 
Infino all' ultimo raggio .
Nel  pensier si fugge a furor  d 'animo.
per non patir  il silente dardo. 
Ove sei perduta parte  che il corpo e' tanto lasso?
E' forse più duro della morte 
non  sentir l 'amato chiasso ?
Quando un onda si stacca dal
pelago non va per suo  passo ,
subito la sorregge  la sorella ,
non  soffre del primo parto.
Eppur  il vento  ad un fischio
l' altro l' attende  per crear burrasca .
Noi incerto destin se uno segue 
troverà stesso viaggio  ?
S' incupisce  per lo svanire 
d' uno sguardo ,
Si sente come seme  che cade di vaso in vaso 
ma non trova mai la terra 
A Mnemosine  i sinceri vati 
l'accurate preghiere 
Oh grande dea non far
Immergere questa nostra 
carne nell oblio di Lete 
Ove il tuo dono annega !
Dolce rifugio della memoria
certi di ritrovar  l 'amato lume .
Quanta dovizia  d 'amor in quei 
fiori,  lacrime  e dolore ,
se a lacrimar  ci pone il freddo marmo.
Lode a questo ramo d' oro che entro 
sì nutre di immortal sentir ,s 'alimenta
di tempo in tempo come fucina ,un foco
qual  non teme d 'esser cenere !
Sogno , ricordo eterno ricovero  ove fuggir.
Corrado cioci
            
 Poesia scritta il 13/06/2018 - 10:05
Poesia scritta il 13/06/2018 - 10:05| Voto: |  su 0 votanti | 
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