Lascia che io, un disilluso anarchico, ti dica, Grande Bestia
dell'ardore che mi infiamma e non è per vanità e orgoglio
se affermo o nego su tutto quel che non so e che forse mai saprò!
Ma come un rudere, che più rovina di sè non può essere.
O cicatrice che non più sanguinerà io impugno queste parole:
Autodeterminazione! Che io sia monarca, o nemico di me stesso!
Io vinco, oh sì, a volte anch'io vinco, ma molto di più ho perduto.
Ma anche la mia guancia non a lungo l'asfalto bacerà
e non sarà la polvere della strada che respirerò ancora.
Strisciante e barcollante avanzo, a brandelli, ferito ai ginocchi e al cuore
la mia interiorità così manifesta e pubbilca ei miei pensieri repressi
saranno sulle bocche dei sognatori e della gente comune.
Le persone di tutti i giorni, saluto i vicini e sorrido ai passanti per strada e
la spiritualità, impara Satana, non ha a che fare con Dio, ma con noi stessi.
Quel che senti coi sensi che non hai, una malattia di cui non manifesti i sintomi.
E come pornografia a rallentatore e massacri in bianco e nero è un genocidio vertebrale,
come appassire dalla testa in giù. Sono umano! Fuori sorrido, ma dentro muoio.
Perché non hai idea di quanti mondi ci siano lì fuori. Ma finiscono tutti allo stesso modo.

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ma scritta divinamente


l'ho apprezzata moltissimo.





