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undici settembre

Vigliacca del velivolo l’impazzita scia
della fame di sangue ignaro e innocente s’armava
di vita brulicavano torri uguali eppur diverse
tra i binari di cotidian ignaro
e il cementizio fantasma della fretta
ch’a fender Cronos è avvezzo.
gemelle,
nell’impotenza e nel decomporsi
mondo che si maledice maceria
mondo che si riscopre miseria
prostrato è l’ancestral orgoglio yankee
da velenose daghe islamiche
civiltà che svergogna civiltà
realtà ch’ a se stessa nega
di seguitar a viversi realtà.
inarginabile e incalcolato il crollo
su milioni di sguardi a umiliazion ergesi
in un sol sguardo riuniti
soffocala dama lucente della concordia
in sabbie mobili di follia
di vitrea intercettabilità
tra le ombre appassiscon della sera
del mattin gl’orgogliosi respiri
urlano le pelli dei grattacieli
da due bisturi di violenza profanate.
rassegnato l’arcobalen rintanasi
tra fauci di polvere
de’ vermi carnivori del male
inconsapevol custode.
null’altro dimora all’orizzonte
d’un’orazion in timido gemito
chè mai più l’uomo
a negarsi tal abbia.


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Poesia scritta il 05/11/2018 - 12:05
Da cristiano comelli
Letta n.287 volte.
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