A note stanche...
Avidamente m'avveleni
di note gravi
che non ho la forza di ingoiare.
E vomito tutto
sul leggio dell'anima.
Stanco di restare piegato
ad un gioco che non è l'amore
ma il disamore.
Mi tuffo nel mare delle incertezze,
ove echi mai ascoltati
cadono a capofitto
dalla torre d'una pietà
a cui sono complice ed amante.
Muore la luce sulle mie mani
che come binari
stridono nella nebbia,
in questa notte dove raccolgo
i pezzi d'un puzzle
che non avrà mai fine.
di note gravi
che non ho la forza di ingoiare.
E vomito tutto
sul leggio dell'anima.
Stanco di restare piegato
ad un gioco che non è l'amore
ma il disamore.
Mi tuffo nel mare delle incertezze,
ove echi mai ascoltati
cadono a capofitto
dalla torre d'una pietà
a cui sono complice ed amante.
Muore la luce sulle mie mani
che come binari
stridono nella nebbia,
in questa notte dove raccolgo
i pezzi d'un puzzle
che non avrà mai fine.

Da Salvo Romano
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Commenti
Poesia stupenda, piena di dolcezza e malinconia. Piaciuta tanto. Un abbraccio, Ausil


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