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L’ARENA DEL TORERO E DELLE FOGLIE CADUTE

Mi tornano alla mente
Certi ricordi mai assopiti
Sentendo il profumo
Di lavanda
E l’aroma del caffè
Proveniente dalla cucina
Al piano di sotto,
Tali da spingermi
Ad un doloroso risveglio.



Aperta la finestra
Piego in avanti la schiena
Ritrovandomi barcollante
Quando il vento
Soffia pungente;
Posso solo sperare
In una pioggia di luce
Che me ne attutisca il morso.



M’accorgo
D’aver perso dalla bocca,
Le parole,
O quantomeno,
La facilità nel proporle,
Mentre con un’andatura
Alquanto remissiva
Mi dirigo verso la ringhiera
In fondo al corridoio.



Se non da me,quindi,
I suoni emessi sono altri:
Le stridule grida dei bimbi,
Gli aeroplani
Che fronteggiano
Il cielo greve dell’inverno....


O ancora....
Il treno della vicina ferrovia
E i pochi passeri cinguettanti
Sul ramo spoglio e pendente.....



(Le fate stanno ancor dormendo
Fra le culle e l’oblio immutabile dei giorni)



-Poesia che ho voluto riproporre con qualche aggiustamento-



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Poesia scritta il 26/08/2019 - 22:29
Da Mirko Faes
Letta n.903 volte.
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