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Gioviale

Sai, è come catturare lucciole
-ci fossero ancora- o la libellula grande
correndo sul prato d'erba medica per i conigli
con la disperazione di mio padre, e liberarle poi
e liberare anche i conigli
strofinarsi i musetti e i palmi delle mani -a rimanere-
coi petali della rosa thea
e ridere, nascosta, alle invettive del genitore


o piluccare amarene e ciliegie, ma dai rami
stendersi, vestita come per assistere a una corsa all'ippodromo,
sul primo campo di grano spruzzato di papaveri


o andare, sporca ancora d'erba, lungo il fiume
sino a quella trattoria
che appena entri sa di buono buono
e tu, con tutto quel verde e giallo tra le ciglia
oggi sei straordinariamente bello
e per di più, oltre a narrarmi di Guareschi
bisbigli di soppiatto un -Bambolina-
che promette bene...


Sai, in fondo è questo saper vivere:
parlo di quell'attimo,
prima della morte.



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Poesia scritta il 11/12/2020 - 17:40
Da Carla Vercelli
Letta n.814 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Concordo con il pensiero di Anna Maria Complimenti

Angela Randisi 12/12/2020 - 19:24

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Una poetica carica di emozioni da vivere intensamente! Complimenti

Maria Luisa Bandiera 12/12/2020 - 13:25

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Parole dolci leggere che trasportano nell'ambiente . Sai creare bene queste atmosfere di felicità .un gran saluto

sylvio modica 12/12/2020 - 12:24

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Sempre belle le tue poesie, fanno riflettere.

Antonio Girardi 11/12/2020 - 23:22

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Splendida descrizione di meravigliose esperienze agresti che termina con una profonda riflessione esistenziale. Bravissima!

Anna Maria Foglia 11/12/2020 - 20:40

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Mi innamoro delle tue poesie Carla, delle atmosfere rarefatte che sai creare come in questa che evoca momenti felici, prima della chiusa strepitosa.

Grazia Giuliani 11/12/2020 - 19:29

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