che la mia mente fugge quando è giorno,
poich'essi sanno tanto fatti veri
di un tempo che ormai non fa più ritorno.
Nel buio c'è qualcosa che mi turba
talmente da non farmi addormentare
ed il riposo pure 'sì disturba
tanto che fa il mio animo agitare.
Mi prende l'ansia, poi m'alzo dal letto;
cammino per la stanza senza sosta;
il cuore par che mi salti nel petto,
ma a tutto questo non so dar risposta.
È come se la mente sia bloccata,
poiché non riesce a dare soluzione
a quel groviglio di vita passata
che crescer fa la mia preoccupazione.
Cerco di mantenere il mio controllo,
al fin che possa vincer l'inquietudine;
anche se lei mi assale fino al collo,
di reagir non perdo l'abitudine.
So che, se trovo il modo di reagire,
la situazione può tornar normale,
quindi mi metto a pianger per lenire
ciò che mi fa sentir quel grande male.
Avverto, tutto a un tratto, un gran sollievo,
poiché solo le lacrime dan sfogo
e nessun'altra cosa ha alcun rilievo
per spegnere dell'animo quel rogo.
E così imparo che non è il pianto
a far soffrire né a dar dolore,
ma un ricordo amaro che ha infranto
la tenerezza d'un povero cuore.

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