Stanley
aveva un posto suo.
Non giaceva alla rinfusa
sul banco dell'officina
che per solo poco oltre
il barattolo dell'olio
lo sguardo di un bimbo
scorgeva.
Stanley, giallo e nero
se ne stava a dimora
alla parete,
cinto in vita
da sagoma di legno.
Un trono su misura
per il cacciavite Tigre
che battaglie aveva vinto
a suon di giri di vite.
Chiamato solo
per un capriccio da allentare
o per una testa complicata
da far girare.
Dal basso era osservato da fratelli sbiaditi
e un poco consumati
dal tempo e dal rammarico
di non aver mai avuto
il proprio nome stampato
e l'incertezza di chi
poco taglia
e nemmeno più stella.
aveva un posto suo.
Non giaceva alla rinfusa
sul banco dell'officina
che per solo poco oltre
il barattolo dell'olio
lo sguardo di un bimbo
scorgeva.
Stanley, giallo e nero
se ne stava a dimora
alla parete,
cinto in vita
da sagoma di legno.
Un trono su misura
per il cacciavite Tigre
che battaglie aveva vinto
a suon di giri di vite.
Chiamato solo
per un capriccio da allentare
o per una testa complicata
da far girare.
Dal basso era osservato da fratelli sbiaditi
e un poco consumati
dal tempo e dal rammarico
di non aver mai avuto
il proprio nome stampato
e l'incertezza di chi
poco taglia
e nemmeno più stella.

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Commenti
Concordo con Loris sei semplicemente grande, saper fare poesia anche su un cacciavite...sereno giorno





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Beh, solo tu potevi far di un cacciavite, Poesia.
… poco taglia e nemmeno più stella…
Geniale!
Un saluto
… poco taglia e nemmeno più stella…
Geniale!
Un saluto


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