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------------------------Il
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---------------quella notte non
---------------cessò fino a che
------------luce intermittente del
---------vecchio lampione dietro la
----------panchina della stazione le
-ombre sorridenti dell’uno e dell’altra non
si unirono nella meraviglia di un abbraccio.
------Lei chiuse gli occhi solo l’istante
--------di un sussurro, e le sembrò di
-----------vedere l’ombra di quella
-----------goccia che stringendosi
---------------al cuore strattona,
----------------------e grida.
---------------------Asciugò
----------------------il viso
----------------------con la
----------------------manica
-------------------del tailleur,
-------------------e la pagina
------------------di quaderno
----------------sulla panchina…
----------------lo sguardo andò
-------------solo, restava una frase
-----Una lacrima di pioggia dal sorriso
-----------di una nuvola, tu sei così.
-----------Io, appartengo alle fiabe.


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Poesia scritta il 05/11/2023 - 17:22
Da Mirko D. Mastro
Letta n.784 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Penso di non meritare queste belle parole, anche se vi ringrazio...
perchè nelle mie intenzioni vi era il proporvi un calligramma, ma la fretta mi ha fatto essere impreciso.
Come ve la ho riproposta ora, posso dire che si avvicina maggiormente al mio intento.

Mirko D. Mastro 06/11/2023 - 23:08

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Si originale e inusuale questo modo di fare poesia, ma il tutto è prezioso.

Margherita Pisano 06/11/2023 - 21:46

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Notevole... concordo in pieno con il commento di Anna. Poi c'è da dire che tutte le tue poesie sono originali e profonde allo stesso tempo.

Mino Colosio 06/11/2023 - 20:50

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Tra luce ed ombra, tra terra e cielo, si vorrebbe stare appesi al filo di un acquilone, bagnarsi con le bolle di sapone degli angeli birboni e nelle fiabe stare perché han sempre un bel finale. Trovo che hai scritto...l'incanto...come un velo che sta nel vento caldo di scirocco, danzando lieve nel firmamento. Quello della poesia vera. Complimenti!!

Anna Cenni 05/11/2023 - 18:05

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