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Suonavo a orecchio

Con le parole eri a disagio,
le note costituivano
il tuo vero linguaggio.
Ti sentivi vivo quando vedevi
una chiave di violino
e un pentagramma su un foglio.
La banda era il tuo orgoglio.
In musica ho avuto voti
sempre molto alti,
che con gioia venivo a mostrarti
certamente per strapparti
qualche banconota delle care lire,
ma soprattutto per darti un'emozione,
per permetterti di pensare che forse
un giorno tuo nipote
avrebbe avuto la possibilità
di percorrere la tua stessa strada
con le tue stesse capacità.
Nonno, per non darti una delusione,
non ti ho mai detto tutto.
Ho sempre riprodotto un brano
poco dopo averlo sentito,
senza saper leggere uno spartito.
Suonavo a orecchio.
Per mamma e papà questo era un talento,
ma tu l'avresti percepito come un trucco.


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Poesia scritta il 02/10/2025 - 11:12
Da Stefano Beccacece
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