Il giorno dopo in cui ti togli la vita, il mondo continua a muoversi come se nulla fosse accaduto. Il sole sorge, il vento percorre gli alberi, le strade si riempiono di passi ignari. La vita non si ferma, perché la vita non ha mai avuto bisogno di aspettare qualcuno.
Eppure, per chi resta, tutto è cambiato. C’è un vuoto che pesa nelle stanze, un silenzio che urla nelle abitudini quotidiane. Gli altri camminano, parlano, ridono, eppure percepiscono che qualcosa è scomparso per sempre.
La morte non è un’assenza privata, ma un’eco che si propaga nei cuori degli altri. Chi ti amava porta con sé il peso della domanda infinita: perché? Ogni gesto che non hai compiuto, ogni parola che non hai detto, ogni momento che non sarà più condiviso diventa un nodo incolmabile.
Eppure, anche nel dolore, rimane qualcosa di luminoso: la memoria di ciò che eri, il segno che la tua vita ha lasciato. Il mondo continua, inevitabilmente. I giorni scorrono, i mesi passano, le stagioni cambiano. Il tuo nome viene pronunciato sempre meno, e lentamente diventi ricordo, poi eco, poi presenza invisibile.
Eppure, nei cuori di chi ti ha conosciuto, qualcosa rimane: un riflesso della tua vita, un frammento della tua anima, un pezzo di luce che continua a illuminare chi resta.
Il giorno dopo in cui ti togli la vita non appartiene più a te: appartiene agli altri, al mondo che non ti aspetta, al tempo che scorre. E forse è questa la lezione più dura e vera: la vita continua, anche quando noi non ci siamo più. Ciò che si è amato non muore mai del tutto: resta nei ricordi, nei gesti, nelle parole sospese, negli sguardi che ti cercano e non ti trovano.
E così, anche se non ci sei più, il mondo porta avanti il tuo eco. Il giorno dopo in cui ti togli la vita è la prova che la vita va avanti: e che ciò che lasciamo di noi, seppur fragile e invisibile, può continuare a vivere nei cuori di chi resta.
Eppure, per chi resta, tutto è cambiato. C’è un vuoto che pesa nelle stanze, un silenzio che urla nelle abitudini quotidiane. Gli altri camminano, parlano, ridono, eppure percepiscono che qualcosa è scomparso per sempre.
La morte non è un’assenza privata, ma un’eco che si propaga nei cuori degli altri. Chi ti amava porta con sé il peso della domanda infinita: perché? Ogni gesto che non hai compiuto, ogni parola che non hai detto, ogni momento che non sarà più condiviso diventa un nodo incolmabile.
Eppure, anche nel dolore, rimane qualcosa di luminoso: la memoria di ciò che eri, il segno che la tua vita ha lasciato. Il mondo continua, inevitabilmente. I giorni scorrono, i mesi passano, le stagioni cambiano. Il tuo nome viene pronunciato sempre meno, e lentamente diventi ricordo, poi eco, poi presenza invisibile.
Eppure, nei cuori di chi ti ha conosciuto, qualcosa rimane: un riflesso della tua vita, un frammento della tua anima, un pezzo di luce che continua a illuminare chi resta.
Il giorno dopo in cui ti togli la vita non appartiene più a te: appartiene agli altri, al mondo che non ti aspetta, al tempo che scorre. E forse è questa la lezione più dura e vera: la vita continua, anche quando noi non ci siamo più. Ciò che si è amato non muore mai del tutto: resta nei ricordi, nei gesti, nelle parole sospese, negli sguardi che ti cercano e non ti trovano.
E così, anche se non ci sei più, il mondo porta avanti il tuo eco. Il giorno dopo in cui ti togli la vita è la prova che la vita va avanti: e che ciò che lasciamo di noi, seppur fragile e invisibile, può continuare a vivere nei cuori di chi resta.
Poesia scritta il 12/12/2025 - 17:40Letta n.1 volte.
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