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Scorie di vita

E' un giorno di settembre dove l'aria è terza, poco il vento e il mare calmo.
Dall'ombrellone, sopra il lettino giallo, vedo il profilo intero dell'isola Capraia. Si distinguono quasi quasi gli alberi e tra l'isola e noi una bella barca a vela staziona a largo, quasi in bonaccia. Più a sinistra il promontorio , forse di Populonia , da quale si distende una lingua di terraferma che si spinge nel mare, che mi sembra quella di Piombino. Le file degli ombrelloni di colore giallo sporco e blu interrompono l'orizzonte con le loro tendine svolazzanti. Ogni tanto tra il fusto di un ombrellone e l'altro si vede passare un bagnante, più donne che uomini. Dietro di noi sulla spiaggia libera, due bimbi giocano a pallone e si sentono solo le loro voci.
Al di là della strada una filata di pini silvestri lunghi e storti stanno per cadere: persa per sempre la battaglia con le forti libecciate .O forse è solo un'impressione e quella resterà la loro eterna condizione di combattenti marini..
Ci alziamo per andare nell'acqua. Sarà fredda di certo, mentre vado guardo l'unico ombrellone aperto, piantato sulla battigia : è rosso. Poi, dopo il bagno un bel piatto di spaghetti con le cozze sgusciate ,il pecorino di Pienza e il pepe nero. Vai!
Nuoto prima un pochino a rana. Poi, a dorso ,tornando a riva intravedo a raso d'acqua la Capraia per intero e dietro “il dito” della Corsica, azzurrognola, violacea. Un gommone a filo d'onda sfreccia via. Sparisce poi dalla mia vista.
Tornati in spiaggia, sul lettino, Silvia mi dice di essere stata morsa da un “pesce.”
Un ragazzetto che corre si ferma e ci domanda: “Avete mi' a visto passà un bimbo con un costume rosso?” -” NO!,”rispondo- e lui-”Madonna m'ha fregato!”



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Racconto scritto il 26/02/2017 - 17:33
Da paolo fidanzi
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