Nell’assistere il mio papa’ in ospedale mi e nato (ma forse l’avevo gia’ in cuore ) il desiderio di fare volontariato ospedaliero: in quel periodo mi capitava di vedere d’ovunque la locandina di un corso di volontariato ospedaliero, la curiosita’ di scoprire nuove esperienze ci ha fatto decidere.
In 5 amiche ci siamo iscritte al corso, per frequentarlo si doveva attraversare Milano per raggiungere l’ospedale di NIGUARDA, avevo una vecchia macchina che ci permetteva di spostarci.
Con serieta’ seguimmo tutto il corso, poi superammo il colloquio ma si scopri che per noi era impossibile entrare per il servizio in quell’ospedale, si doveva attraversare tutta MILANO, era troppo lontano e dovemmo rinunciare con grande dispiacere. Ma non era finita, Il presidente ci convoco’ e ci diede la notizia che, se eravamo disponibili sarebbe venuta l’associazione da noi: vicino, vicino c’era l’ospedale SAN CARLO. Il primario ci accolse nel suo reparto di medicina, In quei tempi il volontariato non era ben accolto negli ospedali, per loro eravamo solo spie, comincio’ cosi con tanta volonta’ il nostro cammino eravamo in 15. L’emozione quando si entrava in reparto era tanta, ma QUALCUNO ci guidava.
Un giorno ricevo una cartolina da un sacerdote che mi segnala la presenza in ospedale di una ragazza di 16 anni, mi chiede se portevo farle visita. Ci andai subito: li mi accolse una bellissima ragazzina senza un capello in testa per una malattia gravissima LEUCEMIA, E io che potevo fare?
In quel tempo ero felicemente sposata, con 2 figlie STEFANIA di anni 18 e CAMILLA di anni 12 il SIGNORE mi affidava una terza figlia , SONIA era il suo nome. La sua mamma era disperata, potevo capirla anche io lo sarei stata.
Chiesi subito al sacerdote un accordo: lui avrebbe seguito SONIA io la mamma e cosi fu’: la mamma MERY, vedendomi spesso si chiedeva perche lo facessi, non seppi mai darle spiegazioni anche perche’ forse a parole non era facile, ma col tempo lo capi’ perche la sua trasformazione fu visibile.
Appena il mio lavoro me lo permetteva, correvo da loro .
Potevo farlo: perche’ avevo un piccolo laboratorio dove creavo e confezionavo abiti da sposa, il tempo lo trovavo anzi lo rubavo perche alcune volte dovevo recuperarlo di sera e anche alcune volte di notte.
MERY, la mamma, lavorava in una grossa fabbrica di dolci ma era stata licenziata per carenza di lavoro. Era preoccupata perche’ con due figli era sola e senza stipendio, si era dedicata tutta alla figlia; con una grossa spesa e con tanto sacrificio aveva fatto visitare SONIA da un professore luminare di quei tempi , che imposto’ una cura speciale per SONIA.
Era  seguita  in  modo  particolare  da  una  dottoressa che  l’amava  anche  lei  come  una  figlia,  tutto  il  reparto  tante  suore  pregavano  e  le  preghiere  fecero  il  loro  effetto.  Ci  volle  molto  tempo,  ma  SONIA  stava  vincendo  la  malattia  con sorpresa  di  tutti.
Io  la  seguii  per  anni  mi  capitava  quando  doveva  fare  degli  esami  particolari ma  non  voleva  restare  in  ospedale  per  24  ore, di  portarla  a  casa  in  macchina  con  tanta  cautela  perche’  poteva  avere  delle  conseguenze  serie.   La  mia  responsabilita’  era  tanta ma  LUI  ci  proteggeva.
Per  vederla  dovevo  andare  a  trovarla  a  casa  sua  non  tanto  vicino,  d’inverno  in bicicletta.  Mi  viene  in  mente  spesso  una  canzone che  cantavo  mentre  pedalavo    diceva cosi :      DAMMI,  CHE  TI  RICONOSCA,  DAMMI,  CHE  TI  POSSA  AMARE  SEMPRE  PIU’,  DAMMI,  CHE  TI  RESTI  ACCANTO,  DAMMI,  D’ESSERE  L’AMOR…. 
Erano  belli  anche  i  momenti  in  cui la  messa  veniva  celebrata    in  casa  sua  dal  sacerdote  che  la  seguiva:  si  toccava  la  grazia  di  DIO  con  mano.
Col  passare  del  tempo,  tanto,  SONIA  aveva  trovato  un  ottimo  impiego  che  conserva  ancora    presso  un’emittente  televisivo.
Sono  passati  anni , mia  figlia  STEFANIA  si  e’  sposata  e  SONIA  aveva  il  fidanzato  e  anche  lei  pensava  al  matrimonio, con  cautela  perche’  era  sempre  delicata la  sua  salute,  non  era  mai  persa  di  vista  dai  medici.
Il  giorno  del  matrimonio  arrivo’  e  io  ebbi  la  gioia  di  confezionarle  l’abito  da  sposa,  era  bellissima:  lo  e’  ancora,  la  sua  felicita  era  visibilissima e contagiava  tutti.
Dopo  un  po  di  tempo,  Ha  avuto  due  bellissimi  ragazzi ,  quando  le  hanno  dato la  notizia  della  sua  completa  guarigione.
Ora le  nostre  strade  si  sono  separate  l’ho  un  po’  persa  di  vista , come    mamma  MERY,  mi  era  stato  dato un arco  per  lanciarla   lontano  perche’
i  figli  non  sono  nostri.
Io  non  abito  piu  a  MILANO  mi sono  trasferita  a  vivere  in  montagna,  ma  ho  sempre  sue  notizie ,  e  lei  SONIA  e’  sempre  nel  mio  cuore,  con    STEFANIA  E  CAMILLA…
 Racconto scritto il 17/07/2017 - 19:30
Racconto scritto il 17/07/2017 - 19:30| Voto: |  su 2 votanti | 
 antonio girardi
antonio girardi   18/07/2017 - 10:58
 18/07/2017 - 10:58 
 Sabatino Santucci
Sabatino Santucci   18/07/2017 - 04:37
 18/07/2017 - 04:37 Complimenti per il racconto e non solo...

 Grazia Giuliani
Grazia Giuliani   17/07/2017 - 23:01
 17/07/2017 - 23:01 bel racconto scorrevole lettura

 GIANCARLO   "LUPO" POETA  DELL
GIANCARLO   "LUPO" POETA  DELL   17/07/2017 - 22:37
 17/07/2017 - 22:37  
                        


