RACCONTO

Al riparo di un muro di mattoni, punto il fucile d'assalto ad altezza d'uomo. Nonostante l’efficacia del visore notturno agganciato sull'elmetto, non devo comunque sottovalutare il buio, in quanto basta un attimo per finire crivellato, oppure per ferire o uccidere qualche innocente. Prima di girare l'angolo riesco a scorgere alcuni individui che si sporgono dalle finestre dalla palazzina che ho di fronte. Alzo l'arma, appoggio il dito sul grilletto e prendo la mira. Calma e sangue freddo, non risultano ostili.
Procedo verso est. Un individuo col turbante e dalla lunga barba che imbraccia un AK-47 appare in posizione di tiro. Gli sparo un colpo in testa. Fottiti!
«Centro, qui Blue, sospetto neutralizzato» comunico via radio.
«Roger, raggiungi la zona prestabilita per ricongiungerti con la squadra» mi risponde la centrale operativa.
Dannazione, c'è qualcuno dietro quel lampione. È senz'altro un merdoso terrorista. Apro il fuoco per ben tre volte.
Cristo, si tratta di un ragazzino. Stringendo i pugni osservo affranto la lattescente figura che ho colpito in pieno. Nel frattempo, le luci si accendono.
«Johnson!» urla l'istruttore. «Non hai superato la prova! Sei fuori!»
Cazzo, ci tenevo a diventare un agente della SWAT.
Maledetta sagoma.

Fonti Wikipedia: *SWAT, acronimo per Special Weapons And Tactics, (in italiano: Armi e tattiche speciali) in origine sigla di Special Weapons Assault Team, (squadra d'assalto con armi speciali) è un termine usato negli Stati Uniti d'America per indicare le unità speciali di polizia destinate a compiti ad alto rischio, come operazioni antiterrorismo, salvataggio di ostaggi e interventi antisommossa.

Racconto scritto il 01/02/2020 - 23:37

Da Giuseppe Scilipoti

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Santa e Giulia un GRAZIE grande e grosso.
In base ai vostri commenti ho raggiunto il mio "Targent" ovvero colpire nel segno. Essendo un appassionato di film d'azione, specie quelli americani, sapevo che prima o poi avrei scritto la mia, tra l'altro la S.W.A.T. mi ha da sempre esercitato un certo fascino.
Per diventare una testa di cuoi è veramente molto, molto ma molto difficile. E difatti il protagonista di questo racconto fallisce una prova importante sparando ad una sagoma errata.

Giuseppe Scilipoti 07/02/2020 - 14:01

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Piacere e dolore si mescolano in un amalgama letale, il fine è la dissoluzione, la cupa ombra della pulsione di morte. Testo che rimarca Bataille nei meccanismi venati di crudeltà.
Insuperabile!
Ciao Giuseppe

GiuliaRebecca Parma 03/02/2020 - 18:40

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Io continuo a pensare che tu sia uno sceneggiatore mancato. Anzi no, mi correggo, perché sei ancora in tempo. Sei così giovane. Il racconto mi è piaciuto molto soprattutto per la motivazione del fallimento del protagonista. Bambini e ragazzini non si toccano. Bravo Giuseppe.

santa scardino 02/02/2020 - 12:14

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