Sorgeva la luna sull'oscurità della terra.
Ammaliava le sue crepe e le trasformava in diamanti.
Un'anima sorgeva in cima, lei era il tramite; il suo corpo viaggiatore e la sua mente traghettratrice.
I suoi occhi miravano l'abisso e il suo cuore contemplava l'infinito.
Il silenzio era la porta del suo spirito.
L'anima viaggiava tra le note del suo corpo.
Campi infiniti di possibilità si estendevano dinanzi a lei.
L'alternarsi di note e silenzi guidavano il suo viaggio.
La sua stessa danza era il suo sentiero.
Vagò senza meta, perchè la sua meta era il suo vagare.
Ammaliava le sue crepe e le trasformava in diamanti.
Un'anima sorgeva in cima, lei era il tramite; il suo corpo viaggiatore e la sua mente traghettratrice.
I suoi occhi miravano l'abisso e il suo cuore contemplava l'infinito.
Il silenzio era la porta del suo spirito.
L'anima viaggiava tra le note del suo corpo.
Campi infiniti di possibilità si estendevano dinanzi a lei.
L'alternarsi di note e silenzi guidavano il suo viaggio.
La sua stessa danza era il suo sentiero.
Vagò senza meta, perchè la sua meta era il suo vagare.

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Commenti
Mi scuso, questo è un racconto ma nel vagare di posto in posto lo rende poetico.


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Quì siamo su un terreno in cui ogni lettore percepisce a seconda delle sue sensibilità. Io nel vagare trovo la cifra stilistica che mi consente di godere del viaggio e siccome sono un viaggiatore mi auguro che il mio spirito viaggi portando con sè questa poesia. 



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Quando la vera meta è il viaggio.
Lo diceva Einstein: “Amo viaggiare ma odio arrivare”
Un saluto
Lo diceva Einstein: “Amo viaggiare ma odio arrivare”
Un saluto


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