INCIPIT
Le istruzioni sono:
Scrivi una storia con questo inizio: Non m’era mai capitato di restare senza un soldo in tasca. Non potevo comprare niente e non avevo più niente da vendere. Finché ero in treno mi piaceva rimirare il tramonto sulla pianura, ma adesso mi lasciava indifferente e faceva tanto caldo che aspettavo con ansia il calare della sera per stendermi a dormire sotto un ponte.
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South Bronx, 1970.
Non mi era mai capitato di restare senza un soldo in tasca. Non potevo comprare niente e non avevo più niente da vendere. Finché ero in treno mi piaceva rimirare il tramonto sulla pianura, ma adesso mi lasciava indifferente e faceva tanto caldo che aspettavo con ansia il calare della sera per stendermi a dormire sotto un ponte. L'occhio inizia a farmi male ma almeno il naso ha smesso di sanguinare. Percorrendo un tunnel il riflesso del finestrino mi ha permesso di specchiarmi, l'occhio s'è gonfiato, cazzo.
"signore, sta bene?"
"ah, certo, bene"
"cosa le è capitato?" chiese passandomi un fazzoletto umido. Più mi pulivo la faccia e più il fazzoletto si faceva scuro.
"degli stronzetti. 15-17 anni. In 5 mi hanno pestato e tolto tutta la roba che avevo da vendere. Non mi rimane più neanche un soldo" Dopo un altro paio di fazzoletti finalmente riuscivo a vedere la mia pelle ma l'occhio a detta sua era conciato male.
"sono un'infermiera, potrei aiutarla ma non ho nulla con me"
"ha già fatto molto per me ma se avesse da darmi 5 dollari le sarei ancora più grato"
"se vuole può venire a stare da me per questa notte, a casa ho medicazioni e potrebbe farsi una doccia"
Mai nessuno mi aveva proposto una cosa del genere e per portarmi a casa sua vuol dire che è fuori di testa, ma fanculo, cosa ho da perdere.
"non so come ringraziarla"
Scendemmo dal treno e la seguii sino a casa sua. Vedova, un figlio che per la notte non ci sarà, infermiera. Se avessi l'età e i soldi ti sposerei piccola.
"questo è il mio buco" disse ironicamente dopo aver aperto la porta, entrai, carino ma ero troppo spaesato.
"stai tranquillo, ti preparo il bagno per una doccia" e così fu. Così mi ritrovai sotto un getto di acqua calda che trascinava sporco, terra e sangue via dal mio corpo. Mi asciugai mentre sentivo un odore di uova e pancetta venire dalla stanza accanto. Misi un pantalone ed una camicia datami da lei ed uscii. Mi fece accomodare a tavola per poi ingurgitare quel ben di dio che da tempo non mangiavo così.
Bevvi anche una birra che mi mise di fronte e fece lo stesso, si alzò e tornò con garze, alcol e una pomata che a detta sua avrebbe sgonfiato l'occhio.
"perché?"
"cosa?"
"solo tu sei così pazza da portare uno sconosciuto in casa"
"non solo tu sei così pazzo da seguire una sconosciuta"
"non so come ringraziarti"
"un'idea ce l'avrei" disse ammiccando un sorriso.
Prego per me che sia come penso ma se così fosse è matta.
Si sedette su di me, quell'uniforme da infermiera mi eccitò quanto lei.
"potrei essere tuo padre se avessi ingravidato tua madre a quindici anni, piccola"
"mio marito ne aveva dieci più di me, mi eccita"
"certo ora che sono pulito ah ah" finii la birra in un sorso e mi mise la lingua tra le fauci, ricambiai anche con un erezione.
"cristo bambina da tempo non accadeva"
"seguimi in camera" e così feci, che sia dannato.
Si spogliò in poco, che corpo ragazzi, esile, bianca, bionda, seno non eccessivo ma che chiodi come capezzoli. Mi spogliai e fui su di lei. Dopo una ventina di minuti mi distese e si poggiò su di me allungandosi al cassetto da dove cacciò delle manette, ma non quelle stronzate da sexy shop, manette vere, del dipartimento, stronza psicopatica.
"hey sono anni che non accadeva, andiamoci piano bambina"
"o così o te ne vai"
"fai la stronza ora eh"
"farò di peggio" mi ammanettò e nolente stetti al gioco.
"non stringere così" arrivò uno schiaffo.
"fottimi paparino, fottimi!" urlò, non potei fare altro che soddisfare la pazza, glielo devo dopo tutto. E mica era male, anzi mi ci voleva una botta di culo così.
"mettici entusiasmo vecchio" continuava e con la mano libera la palpavo tutta. Tutta. Tutta.
Iniziò a schiaffeggiarmi, forte, poi mi diede un pugno sull'occhio buono.
"stronza, che cazzo fai!" la spinsi a terra e cercai d'alzarmi ma una fitta al polso mi ricordò delle manette.
"vecchio figlio di puttana mi hai fatto male, mi piace"
"cosa diavolo hai nel cervello?!" si alzò da terra per poi gettarsi su di me ed iniziare a graffiarmi le spalle e con un morso quasi mi strappò il naso, un altro spintone e cadde a terra sbattendo la testa.
"ho ucciso la pazza, cazzo, ho ucciso la pazza!"
"dove cazzo hai messo le chiavi delle manette!"
Iniziai a dare di matto, giravo lo sguardo in ogni punto della stanza ma non riuscivo a connettere in quel momento, mi distesi e cercai di calmarmi. Tutto inutile. Fanculo.
Iniziarono a suonare il campanello. Sono fottuto, pensai.
"mi dispiace per te vecchio, te la sei spassata ma ora mio figlio è tornato e ti aprirà il culo" la stronza faceva finta. Ora sono veramente fottuto. Si alzò da terra e corse verso la porta. Aprii ogni cassetto ma solo mutandine e pasticche di ogni colore, ma nell'ultimo cassetto c'era un piccolo pugnale di quelli antichi. Lo misi sotto le lenzuola accanto a me. Sentii aprire la porta e quella stronza che diceva al figlio che io l'avrei violentata, sodomizzata e che è riuscita ad ammanettarmi. Entrò il ragazzo in camera. Quello stronzo. Ora capisco tutto.
"oh, ora ho la conferma che sei un figlio di puttana"
"tu? pensavo d'averti fatto secco vecchio barbone"
"un tuo pugno o dei tuoi amichetti mi hanno solo carezzato"
"e tu ti sei portata questo vecchio in casa? non ti avevo detto solo uomini in giacca e cravatta? coi soldi?"
"scusami tesoro ma mi ha eccitato il suo sangue incrostato"
Le diede uno schiaffo.
"vado a prendere le forbici e ti taglio le palle, vecchio"
Lui si allontanò ma la troia rimase lì a fissarmi con un sorriso maniacale, iniziò ad avvicinarsi piano ponendosi alla mia sinistra ed aprii l'ultimo cassetto, ingurgitò una manciata di pillole ed iniziò a cercare sempre più freneticamente qualcosa per poi alzare lo sguardo perso su di me. Io lo so, tu l'hai capito. La tirai per i capelli e la misi su di me per poi portare la lama al suo collo.
"un solo movimento, troia, ti sfido, un solo movimento"
Entrò il ragazzo con le più grandi forbici che abbia mai visto. Si congelò al vedere la scena. E ci credo.
"vale anche per te stronzetto, una sola mossa e la faccio fuori, fidati che dopo tutto ciò ne sono capace"
"fanculo entrambi, vi ammazzo!"urlò scattando verso di noi.
Aprì le forbici con ambo le mani e si gettò sul letto. Gettai lei sul pavimento e sbatté la testa sul comodino. Mi spostai di quel poco che bastò per far penetrare le lame aperte nel materasso e con la lama ancora in mano l'affondai nella sua schiena. Urlò per poi darmi una gomitata in pieno volto, ancora il naso, ancora sangue.
Mi alzai ma ancora attaccato al letto, poggiai il piede su qualcosa di denso, probabilmente il sangue che fuoriesce dal cranio di lei, mi hai portato in paradiso per poi ingannarmi, troia.
Lui cercava di togliersi la lama dalla schiena ma non riusciva a raggiungerla così riprese le forbici e si mise in piedi sul letto per poi fare un paio di passi indietro e gettarsi con un balzo su di me, riuscii ad abbassarmi giusto in tempo per far si che lo stronzo rompesse il vetro della finestra e cadesse giù dal quinto piano, non riuscivo a vedere lo spettacolo ma dal tonfo scommetto si sia spezzato l'osso del collo su una macchina. Fanculo.
Il cuore batteva come un martello pneumatico. Mi sedetti sul materasso con i piedi imbevuti di sangue scuro e schegge di vetro ovunque. Sotto il letto c'erano un pacchetto di sigarette ed una bottiglia di rum. Ingurgitai mezza bottiglia ed accesi una sigaretta, le sirene della polizia si facevano sempre più forti. Una scopata, una bottiglia, una sigaretta, una stronza morta ed uno stronzo messo peggio, ma non riuscivo a fare a meno di pensare che in fin dei conti i pasti in carcere non fossero poi tanto male. Perché sicuramente nessun giudice crederà all'autodifesa. Per essere stata l'ultima scopata della mia vita, però, mica male.
"signore, sta bene?"
"ah, certo, bene"
"cosa le è capitato?" chiese passandomi un fazzoletto umido. Più mi pulivo la faccia e più il fazzoletto si faceva scuro.
"degli stronzetti. 15-17 anni. In 5 mi hanno pestato e tolto tutta la roba che avevo da vendere. Non mi rimane più neanche un soldo" Dopo un altro paio di fazzoletti finalmente riuscivo a vedere la mia pelle ma l'occhio a detta sua era conciato male.
"sono un'infermiera, potrei aiutarla ma non ho nulla con me"
"ha già fatto molto per me ma se avesse da darmi 5 dollari le sarei ancora più grato"
"se vuole può venire a stare da me per questa notte, a casa ho medicazioni e potrebbe farsi una doccia"
Mai nessuno mi aveva proposto una cosa del genere e per portarmi a casa sua vuol dire che è fuori di testa, ma fanculo, cosa ho da perdere.
"non so come ringraziarla"
Scendemmo dal treno e la seguii sino a casa sua. Vedova, un figlio che per la notte non ci sarà, infermiera. Se avessi l'età e i soldi ti sposerei piccola.
"questo è il mio buco" disse ironicamente dopo aver aperto la porta, entrai, carino ma ero troppo spaesato.
"stai tranquillo, ti preparo il bagno per una doccia" e così fu. Così mi ritrovai sotto un getto di acqua calda che trascinava sporco, terra e sangue via dal mio corpo. Mi asciugai mentre sentivo un odore di uova e pancetta venire dalla stanza accanto. Misi un pantalone ed una camicia datami da lei ed uscii. Mi fece accomodare a tavola per poi ingurgitare quel ben di dio che da tempo non mangiavo così.
Bevvi anche una birra che mi mise di fronte e fece lo stesso, si alzò e tornò con garze, alcol e una pomata che a detta sua avrebbe sgonfiato l'occhio.
"perché?"
"cosa?"
"solo tu sei così pazza da portare uno sconosciuto in casa"
"non solo tu sei così pazzo da seguire una sconosciuta"
"non so come ringraziarti"
"un'idea ce l'avrei" disse ammiccando un sorriso.
Prego per me che sia come penso ma se così fosse è matta.
Si sedette su di me, quell'uniforme da infermiera mi eccitò quanto lei.
"potrei essere tuo padre se avessi ingravidato tua madre a quindici anni, piccola"
"mio marito ne aveva dieci più di me, mi eccita"
"certo ora che sono pulito ah ah" finii la birra in un sorso e mi mise la lingua tra le fauci, ricambiai anche con un erezione.
"cristo bambina da tempo non accadeva"
"seguimi in camera" e così feci, che sia dannato.
Si spogliò in poco, che corpo ragazzi, esile, bianca, bionda, seno non eccessivo ma che chiodi come capezzoli. Mi spogliai e fui su di lei. Dopo una ventina di minuti mi distese e si poggiò su di me allungandosi al cassetto da dove cacciò delle manette, ma non quelle stronzate da sexy shop, manette vere, del dipartimento, stronza psicopatica.
"hey sono anni che non accadeva, andiamoci piano bambina"
"o così o te ne vai"
"fai la stronza ora eh"
"farò di peggio" mi ammanettò e nolente stetti al gioco.
"non stringere così" arrivò uno schiaffo.
"fottimi paparino, fottimi!" urlò, non potei fare altro che soddisfare la pazza, glielo devo dopo tutto. E mica era male, anzi mi ci voleva una botta di culo così.
"mettici entusiasmo vecchio" continuava e con la mano libera la palpavo tutta. Tutta. Tutta.
Iniziò a schiaffeggiarmi, forte, poi mi diede un pugno sull'occhio buono.
"stronza, che cazzo fai!" la spinsi a terra e cercai d'alzarmi ma una fitta al polso mi ricordò delle manette.
"vecchio figlio di puttana mi hai fatto male, mi piace"
"cosa diavolo hai nel cervello?!" si alzò da terra per poi gettarsi su di me ed iniziare a graffiarmi le spalle e con un morso quasi mi strappò il naso, un altro spintone e cadde a terra sbattendo la testa.
"ho ucciso la pazza, cazzo, ho ucciso la pazza!"
"dove cazzo hai messo le chiavi delle manette!"
Iniziai a dare di matto, giravo lo sguardo in ogni punto della stanza ma non riuscivo a connettere in quel momento, mi distesi e cercai di calmarmi. Tutto inutile. Fanculo.
Iniziarono a suonare il campanello. Sono fottuto, pensai.
"mi dispiace per te vecchio, te la sei spassata ma ora mio figlio è tornato e ti aprirà il culo" la stronza faceva finta. Ora sono veramente fottuto. Si alzò da terra e corse verso la porta. Aprii ogni cassetto ma solo mutandine e pasticche di ogni colore, ma nell'ultimo cassetto c'era un piccolo pugnale di quelli antichi. Lo misi sotto le lenzuola accanto a me. Sentii aprire la porta e quella stronza che diceva al figlio che io l'avrei violentata, sodomizzata e che è riuscita ad ammanettarmi. Entrò il ragazzo in camera. Quello stronzo. Ora capisco tutto.
"oh, ora ho la conferma che sei un figlio di puttana"
"tu? pensavo d'averti fatto secco vecchio barbone"
"un tuo pugno o dei tuoi amichetti mi hanno solo carezzato"
"e tu ti sei portata questo vecchio in casa? non ti avevo detto solo uomini in giacca e cravatta? coi soldi?"
"scusami tesoro ma mi ha eccitato il suo sangue incrostato"
Le diede uno schiaffo.
"vado a prendere le forbici e ti taglio le palle, vecchio"
Lui si allontanò ma la troia rimase lì a fissarmi con un sorriso maniacale, iniziò ad avvicinarsi piano ponendosi alla mia sinistra ed aprii l'ultimo cassetto, ingurgitò una manciata di pillole ed iniziò a cercare sempre più freneticamente qualcosa per poi alzare lo sguardo perso su di me. Io lo so, tu l'hai capito. La tirai per i capelli e la misi su di me per poi portare la lama al suo collo.
"un solo movimento, troia, ti sfido, un solo movimento"
Entrò il ragazzo con le più grandi forbici che abbia mai visto. Si congelò al vedere la scena. E ci credo.
"vale anche per te stronzetto, una sola mossa e la faccio fuori, fidati che dopo tutto ciò ne sono capace"
"fanculo entrambi, vi ammazzo!"urlò scattando verso di noi.
Aprì le forbici con ambo le mani e si gettò sul letto. Gettai lei sul pavimento e sbatté la testa sul comodino. Mi spostai di quel poco che bastò per far penetrare le lame aperte nel materasso e con la lama ancora in mano l'affondai nella sua schiena. Urlò per poi darmi una gomitata in pieno volto, ancora il naso, ancora sangue.
Mi alzai ma ancora attaccato al letto, poggiai il piede su qualcosa di denso, probabilmente il sangue che fuoriesce dal cranio di lei, mi hai portato in paradiso per poi ingannarmi, troia.
Lui cercava di togliersi la lama dalla schiena ma non riusciva a raggiungerla così riprese le forbici e si mise in piedi sul letto per poi fare un paio di passi indietro e gettarsi con un balzo su di me, riuscii ad abbassarmi giusto in tempo per far si che lo stronzo rompesse il vetro della finestra e cadesse giù dal quinto piano, non riuscivo a vedere lo spettacolo ma dal tonfo scommetto si sia spezzato l'osso del collo su una macchina. Fanculo.
Il cuore batteva come un martello pneumatico. Mi sedetti sul materasso con i piedi imbevuti di sangue scuro e schegge di vetro ovunque. Sotto il letto c'erano un pacchetto di sigarette ed una bottiglia di rum. Ingurgitai mezza bottiglia ed accesi una sigaretta, le sirene della polizia si facevano sempre più forti. Una scopata, una bottiglia, una sigaretta, una stronza morta ed uno stronzo messo peggio, ma non riuscivo a fare a meno di pensare che in fin dei conti i pasti in carcere non fossero poi tanto male. Perché sicuramente nessun giudice crederà all'autodifesa. Per essere stata l'ultima scopata della mia vita, però, mica male.

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Commenti
mi è piaciuta la tua scrittura bravo 5* 



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Originale, mi piace davvero tanto.


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