LA MORTE E LA VITA
Le istruzioni sono:
Tutto ciò che da giovani è certezza, nel tempo vede diventare più sottile il limite tra il credibile e l’incredibile. Scrivi una tua idea, una storia, un'esperienza che abbia quasi del soprannaturale
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Io con te
Ti guardai, eri uno specchio che rifletteva i ricordi, un pensiero avvolto di luci che sembravano intermittenza di sogni accanto alla paura. Quel colore di nero, spezzato di matita, contorno occhi, giornata di musiche tristi! E guardai ancora, la pagina ferma all’anno interrotto di pianto, magari cucito di sole speranze! Assisto, pervasa di ogni calore reciso, svelato e sradicato di poche parole, come un pugno centrato nella faccia dal vuoto, si insinua curando le ferite lasciate al sole. Quanta speranza, profusa e creata si dissolveva nei giorni all’avvento mancato.! Corse di attimi dietro rami di vento, sgualciti di poesia che arrampicavano il fusto, quel fusto di morte che straziava la voce, e affaticava il mio cuore. Potessi rincorrere i minuti del tempo, vederli rivivere dietro un’ora più calma, pacata e indifesa a un pugno di anni. Era l’alba, gli occhi trattenevano i singhiozzi di una lacrima, versata e taciuta dinanzi al tuo cuore come i bambini nascondono i doni. E la vita, che spaziava nell’aria cercando i teneri suoni di un canto malato, logorava i lembi di un libro attraverso l’andare…
Sì, l’andare oltre il silenzio, quel silenzio che citasti in un passo nei righi dell’essere invitando a meditare. Il giorno riverso, accanito e mostrato di triste correre di attimi! La vita, lasciata alla morte corrosa e dipinta di parole afone. Quel verbo sentire apparso e riapparso, cantava piano pianino in un minuscolo dare… E cosa sarebbe la morte? Uno specchio riflesso della vita in un margine di tempo.
La paura di amare, e correre nell’Infinito.
A Luciano
Sì, l’andare oltre il silenzio, quel silenzio che citasti in un passo nei righi dell’essere invitando a meditare. Il giorno riverso, accanito e mostrato di triste correre di attimi! La vita, lasciata alla morte corrosa e dipinta di parole afone. Quel verbo sentire apparso e riapparso, cantava piano pianino in un minuscolo dare… E cosa sarebbe la morte? Uno specchio riflesso della vita in un margine di tempo.
La paura di amare, e correre nell’Infinito.
A Luciano

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Commenti
Anche a me pare un poco una poesia raccontata che da come risultato un bel racconto poetico.





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Grazie... Dany e Grazia.
Un abbraccio.
Un abbraccio.


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Un racconto poetico o una poesia raccontata... ricco di amore, di dolore che di anno in anno si rinnova velato di nostalgia. Un anno interrotto dalla morte ma il ricordo di Luciano vive ancora in te.
Brava

Brava




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È ricco di poesia questo testo, una dedica scritta con slancio... che commuove.


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