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-Ti devo parlare, Enrico-
- Bene, anche io ho da dirti alcune cose. Ti ascolto.-
- Mi parli con un tono strano. Io davvero, sul serio, devo.. Devo spiegarti cose che non hai capito. Non posso rimandare. Non posso aspettare. Non ce la faccio proprio.-
- Ti ascolto.-
- Tu sei sempre arrabbiato con me. Mi fai sentire costantemente sulle spine. Qualsiasi parola io dica la trasformi in qualcos'altro. Non riesco a spiegarmi come vorrei nemmeno adesso. Ho paura che tu mi fraintenda, che volutamente, tu capisca qualcosa di diverso da ciò che vorrei esprimere. Ed è frustrante. Triste.-
- Tu Marianna, hai la cattiva abitudine di attribuirmi qualità o difetti che in realtà non mi appartengono. Non ne capisco la ragione. Ti ascolto, e basta. Non interpreto, ascolto quello che mi dici. Ok!? -
- Non è possibile, parlare con te. Vedi come fai!? Perché ti stai difendendo? Non ti ho criticato, non ti ho attribuito niente. Non ho giudicato te. -
- Va avanti. Dimmi, cosa di te mi sfugge?-
- Forse tutto. Forse non ci conosciamo affatto. Chi sei tu, che mi guardi con quell'espressione cinica? Chi sei tu, con le mani in tasca e la schiena dritta dritta? Chi sei?-
- Io? E tu chi sei!? Con quella faccia sempre stanca e triste, con il trucco sceso sotto agli occhi, con i capelli sporchi e il pigiama abbottonato male? Eh? Chi sei? Tu, con un libro sempre in mano ed il frigorifero sempre vuoto? -
- Cosa? Che stai dicendo?-
- Ohhh, hai capito benissimo. La tua assenza si nota in ogni stanza della casa, in ogni tua espressione, in ogni oggetto persino. Dove sei? Eh? Dove ti sei persa? L'altra sera... Volevo dire ai tuoi genitori che non mi ami più , e chiedere a loro .. di aiutarmi a farti tornar come prima. Ma poi mi è venuto in mente che tu non sei mai stata bene con loro, che il tuo amore per loro è fatto di circostanze, di doveri antropologici.. -
- Ma come ti permetti? Perché tanta arroganza ? Perché tanta cattiveria? -
- Non sono cattivo. Sono realista. Non credo sia colpa tua, ma le cose stanno così . Loro ti hanno rovinata. Se sei così fragile, e' a causa loro. Non ti hanno amata, e ora tu stessa non sai dare amore. Ne hai paura. Fuggi Marianna, scappi via, ti nascondi, come quando eri bambina. Me lo hai raccontato tu! -
- Non voglio più parlare con te. Non mi rivolgere più la parola. Capito!!? -
- Comodo così ! Dove scappi? In cucina? Ah no, ti vai in bagno e accendi una candelina profumata ora. Prendi il libro che lasci sempre sulla mensola, lo apri a caso, leggi il rigo su cui ti cade lo sguardo, e immagini che sia una specie di messaggio subliminale per te. Giusto? -
- E allora? Smettila! Basta! Lasciami stare!! Non voglio parlare con te! -
- Fuggi pure!!! -
- Si, fuggirei ovunque ora, pur di stare lontano da te, che dici un mucchio di sciocchezze con aria seria e da saccente. Borioso, arrogante, ecco cosa sei ora!!!-
- Se dico sciocchezze perché ti trema la voce? Perché gridi? Non è da te. Quando si grida e' perché non si sanno trovare argomenti, perché ci si sente con le spalle al muro! Piangi? -
- Nooo.. Io non piango mai, giusto ? Mi trema la voce dal nervoso, dalla rabbia che provo verso di te. -
- Non ti ho detto ciò che volevo dirti. Dunque.. Io.. Credo che tu sia troppo stressata. Se vuoi, puoi permetterti di lavorare part time. Ho avuto un aumento e sono tra i manager più importanti dell' azienda. Che ne dici? Ti farebbe bene!!!-


Marianna lo fissò per qualche secondo. In quel momento le parve brutto, per via del suo sguardo sgraziato. Le parve stupido, per via della postura del corpo.Si domandò chi fosse diventato. Non disse una sola parola. Si chiuse nel bagno a leggere poesie di Neruda per fermare le lacrime. Enrico rimase a fissare la porta del bagno scuotendo la testa, poi accese la televisione e ascolto' le notizie dal mondo. Più tardi, si andarono a coricare senza guardarsi e senza dire nulla. Lei chiudendo gli occhi immagino' il volto di suo padre quando era giovane, quando le baciava la fronte prima che l'omino dei sogni la prendesse per mano per condurla a passeggio su qualche arcobaleno nel cielo. Lui penso' a cosa avrebbe fatto il giorno dopo al lavoro, e a come avrebbe convinto Marianna a lavorare part time.


M.M.M.




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Opera scritta il 22/03/2017 - 02:08
Da Lylas Lena
Letta n.1158 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


la diversità
eppure, quest'uomo nn mi sembra poi così male...nn l'ascolta come lei vorrebbe ma chi è perfetto? noi, forse?
diciamolo pure...siamo così complicate

laisa azzurra 22/03/2017 - 21:28

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Un acuto quanto diligente racconto seguitato con maestria.
Lieta giornata, Ilenia.
*****

Rocco Michele LETTINI 22/03/2017 - 10:43

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