E  ho  pianto
Era inverno. La neve accarezzava
corpi incerti  / manichini oscillanti
incartati da divise intessute 
con l’ortica dei campi secchi.
Era inverno. L’amore si smarriva
tra il filo spinato di recinti
agghiacciati dal terrore
e dal sibilo del vento di tramontana.
D’orrore profumava l’aria,
acida di canti striduli
pregna di grida  d’infamia
dissacrante sterminio selvaggio.
Il sole era morto sul lastricato
viscido, inzaccherato da fradici
residui  putrefatti, menzogneri 
testimoni della vita.
Era Auschwitz. Era lì, stampato 
in un vagone vecchio, il dolore
patito da mille e più uomini
profanati da oltraggi  disumani,
nella memoria di mille e più
foto in bianco e nero.
Ho provato vergogna e ho pianto…
Opera scritta il 21/03/2014 - 16:34Letta n.1717 volte.
                        			
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Commenti
Bella poesia per un tema purtroppo molto doloroso,una pagina vergognosa per chi si è macchiato di quell'orrendo crimine. una poesia per non dimenticare e per far sì che nulla di ciò si ripeta.    

Claretta Frau  
 23/03/2014 - 11:24 --------------------------------------
  
            
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