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Voltati

Fertili le membra di questa rosa antica,
un panno di daino pulisce lo sporco delle nostre noncuranze.
Fili d’argento venite giù sul mio viso che amore cerco!
Tuonate, tempeste illuminate!
Tuonate che il mio corpo richiede energia,
potenza virile di vertiginosi schemi.
C’è un abbraccio su questo girotondo,
il prillo del lume lontano dove
una mamma cura la sua calda cena.
La bicicletta è perduta oramai,
il suo scricchiolio antico riposa nel silenzio della pace.
Dolce bambino, uomo cresciuto tardi,
voltati un attimo, dammi i tuoi occhi
perché il sole non può restare lì
dove vorresti che l’alba morisse.



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Opera scritta il 14/08/2014 - 04:17
Da LUCA SANTO
Letta n.1352 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


la mamma sempre ha cura del suo figliolo
che in fondo vuol restar bambino,anche se il viso è incorniciato d'argento,il mio ELOGIO, LUCA.

genoveffa 2 frau 15/08/2014 - 10:45

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E' una poesia dolce e coinvolgente...L'uomo che voleva restar bambino e che è conscio del suo stato..Nostalgia ma con un pizzico di nuova speranza nascosta tra i versi.

Auro Lezzi 15/08/2014 - 10:33

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Ha ragione Giovanni: questa poesia meritava di essere visitata, non so come ho fatto a farmela sfuggire dall'elenco delle pubblicazioni...
Mi colpisce tanto l'immagine dolcissima della "mamma che cura la sua calda cena", e quella della "bicicletta perduta" da "un bambino cresciuto tardi"...Una poesia intensamente nostalgica e perciò particolarmente coinvolgente.

Vera Lezzi 15/08/2014 - 10:16

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testo di spessore con poche visite e nessun commento, peccato perché merita il plauso; apprezzatissima

ciao, gió


giovanni bontempi 15/08/2014 - 07:21

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