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Tram in ritardo

Passava,oramai,
la mia intera vita:
io,lì seduto su quella banchina,
aspettavo fremendo
quel tram lontano.


Nel turbinio dei venti d'inverno,
nelle calde sere d'estate,
d'autunno e primavera
Io ero lì,
su quella banchina,
aspettando quel tram ritardatario.


E mentre aspettavo,
sognavo:
come sarà,viaggiare lì sopra?
Come sarà,quel tram che tanto attendo?


E mentre aspettavo,
avevo paura:
dov'è,perché non giunge?
s'è forse perso,
è forse mai partito?


O mio dolce amore,
così per te:
Io ti attendo su questa
fredda banchina,che è la vita:
Ti attendo dall'alba al crepuscolo,
ogni giorno della vita;


Ma tu non arrivi,
dove sei?


Ed io ti aspetto,
mio tram in ritardo:
Occasione di viaggiare
questa vita
senza paure.




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Opera scritta il 29/08/2014 - 13:43
Da Federico Giunta
Letta n.1444 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Ho la brutta abitudine di occuparmi soprattutto, a volte solo, di contenuti, mentre, per esempio, in questa tua, è da notare la costruzione di tutto il testo su metafore. Che rendono benissimo, pittoricamente, gli stati d'animo focalizzati. L'augurio di una buona serata e...perdona il precedente commento troppo frettoloso.

Vera Lezzi 30/08/2014 - 16:56

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Meno male, Federico, che negli ultimi tre versi il tuo umore sembra cambiato!...Sì, facciamola dipendere maggiormente da NOI la vita...e sarà la volta buona che anche altro cambierà... Soprattutto cambierà la concretizzazione dei desideri BEN COSTRUITI. E' il mio augurio. Vera

Vera Lezzi 30/08/2014 - 16:50

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