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Inshan Samash

Mille e una notte,
novella Sherazade racconta,
voce di donna chiara,
appena incrinata dalla commozione,
tempo astratto di tormento,
di ferite inferte senza essere guarite,
in una fiaba di magico sentire,
di labbra accese e fervido stupore.
Forse perché è rimasta solo la voce,
per vivere, per parlare,
mani piagate dalla sofferenza,
bellezza sfiorita di antico splendore.
Basta una moneta o un tozzo di pane
perché lei sorrida, racconti,
le guance infervorate,
nel mito senza dolore.


Voce di cristallo che si diffonde,
entra dentro, accarezza, commuove,
espande respiro dove il respiro manca!



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Poesia scritta il 20/05/2020 - 11:09
Da Alpan .
Letta n.976 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Hai evocato delle immagini suggestive intorno a questo personaggio fiabesco... bella voce narrante

Atrebor Atrebor 20/05/2020 - 20:49

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Bella descrizione di questa Sherazade invecchiata a cui è rimasta la voce di cristallo per raccontare le favole di Mille e una notte.Questa deve mendicare, ma la capacità di favellare è integra. Che storia! Fatta di bei versi!

Anna Maria Foglia 20/05/2020 - 17:48

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Un bel testo e molto particolare, è vero, entra dentro anche a noi poeti/lettori e commuove.

Maria Luisa Bandiera 20/05/2020 - 16:23

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Una voce meravigliosa che si espande donando il respiro dove non c'è. Splendida. Complimenti, Alpan

MARIA ANGELA CAROSIA 20/05/2020 - 15:36

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