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Digressioni d'estate

In questo scampolo d’estate
zuppo d’olezzo di abbronzanti
seduto sulla riva guardo il mare
immerso in un vocio che mi disturba:


parole propalate alla rinfusa
riverberate assieme alla caldura
col sole afoso appeso allo zenit
che opprime mutandomi l’afflato.


Vorrei tuffarmi sotto l’onda
in apnea nuotare mille miglia
emergere lontano dalla sponda
là…dove il vento mi scarmiglia.


Ma l’acqua è un brodo di sentina
la lena or più non mi sorregge
l’insolenza maneggia di bolina
lungo la rotta ove il senso sfugge.



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Poesia scritta il 17/09/2023 - 17:33
Da Francesco Scolaro
Letta n.462 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Sai descrivere bene il senso del fastidio che colpisce chi il mare lo ama, senza il frastuono della gente. Bellissima

Margherita Pisano 19/09/2023 - 15:08

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Complimenti.

Zio Frank Storie del gufo 18/09/2023 - 19:32

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Sempre belle le tue poesie!

Maria Luisa Bandiera 18/09/2023 - 07:42

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Bello il mare, magari senza voci è più bello! Un saluto

Mary L 17/09/2023 - 21:35

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Come ti capisco!! Bella bella!! Complimenti!!

Anna Cenni 17/09/2023 - 20:55

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