Pareva non aver chiesto scusa
il marinaio che
portò via il rubino
che tenevi sul petto
vicino al cuore.
Ma la stanza era troppo piccola
per raccontarsi
e
più facile era dirlo
con la pelle.
Sono ora giganti le onde
ancor di più
di quelle viste dalla battigia
e il prossimo porto
é lontano
quasi come
da inventare.
E lui respira dal mare notti
di stelle
e raccoglie
sul ponte il pizzicare del sale
che invade la tempesta.
E tu che senti
a sera l'accendersi
del faro
cerchi
tra la sabbia un filo bianco di cotone.
Forse il vento
o ancor più morbido
un
vagabondo gabbiano
che
l'amore ha volato
stringendo un pensiero di vela tra l'arancio
del becco.
il marinaio che
portò via il rubino
che tenevi sul petto
vicino al cuore.
Ma la stanza era troppo piccola
per raccontarsi
e
più facile era dirlo
con la pelle.
Sono ora giganti le onde
ancor di più
di quelle viste dalla battigia
e il prossimo porto
é lontano
quasi come
da inventare.
E lui respira dal mare notti
di stelle
e raccoglie
sul ponte il pizzicare del sale
che invade la tempesta.
E tu che senti
a sera l'accendersi
del faro
cerchi
tra la sabbia un filo bianco di cotone.
Forse il vento
o ancor più morbido
un
vagabondo gabbiano
che
l'amore ha volato
stringendo un pensiero di vela tra l'arancio
del becco.
Poesia scritta il 10/12/2024 - 20:55
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