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Versi clandestini

La gente che
incontro guarda
la chimera che
mi pende dal corpo
e son ricurva
dal peso che porto.
Suona qualcosa
da dentro, come
avessi corde di violini scordate
ma fingo di scordare parole
taglienti, che
il lino tra le
dita mi ha spifferato
ora son tutto
sfilato.
Non è più quel
bel garrire
che avevo della
rondine in corpo.
Ora è un malore
la luce irradiata
sul capo che
mi ha sfiancato,
non son più
me stessa a
distorcermi tanto.
Tornerò al clandestino verso
infisso sui muri
con una sigla
e sarà abbastanza.


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Poesia scritta il 08/01/2025 - 20:10
Da Anna Cenni
Letta n.362 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Complimenti!

Angela Randisi 16/02/2025 - 07:13

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Grazie tantissime MariaLuisa!

Anna Cenni 10/01/2025 - 21:05

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Bei versi.

Maria Luisa Bandiera 10/01/2025 - 10:21

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Grazie di cuore per i vostri bei commenti. Mirko e Francesco

Anna Cenni 09/01/2025 - 14:19

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Noto, in questi "Versi clandestini", tutto il travaglio interiore che hanno i grandi Artisti, i quali, per la loro finezza e complessità di espressione, è necessario, per poter cogliere il senso, volare alto. Ammirato, complienti

Francesco Scolaro 09/01/2025 - 10:13

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Il titolo incuriosisce e porta il lettore a cimentarsi nei tuoi righi.
Chimera e rondine ben accompagnano tutto il sentire in questa poesia.
Complimenti

Mirko D. Mastro 09/01/2025 - 05:55

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