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Ermellina P.

Scappata dalla lucchesia cattolica e conservatrice arrivò nella Livorno atea e comunista dei primi anni settanta ad insegnare italiano nelle modernissime scuole medie Mazzini da poco costruite, con i deflettori al posto delle tende, la palestra seminterrata e l’ampio cortile avvolgente dove fare ginnastica nei primaverili giorni soleggiati.
Nelle terze classi, grazie al preside, introdusse la lettura del quotidiano un giorno alla settimana ed iniziò a parlare di argomenti sociali negli anni che annunciavano quelli “di piombo”.
Una scuola nuova nelle strutture doveva esserlo anche nei suoi contenuti.
L’italiano era solo un pretesto per farci ragionare con la nostra testa.
“…perché Pascoli ha scritto anche brutte poesie!”
Grazie Professoressa!



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Racconto scritto il 22/09/2021 - 09:24
Da Glauco Ballantini
Letta n.826 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Si, è come dici

Ralph Barbati 23/09/2021 - 10:29

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Tutto deve essere discusso.

Glauco Ballantini 23/09/2021 - 08:40

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@ Ralph L'inserimento della frase sul pascoli serve a denotare gli anni 70, ogni poesia deve dimostrare sul campo di essere apprezzabile, come tutto. Il fatto che sia scritta da un autore grande non la fa automaticamente una bella poesia. Come dicevano i romani "Hic rhodes, hic salta."

Glauco Ballantini 23/09/2021 - 08:39

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Bel racconto.
Una prof, un Preside che capiva cosa è innovazione, ottima situazione educativa.
Ma Pascoli no. Poeta da tamerici, qualche volta stucchevole.
Dico bene?

Ralph Barbati 22/09/2021 - 18:58

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