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Il carnevale: scrivi un racconto sviluppando tue libere considerazioni, fatti, avvenimenti, prospetti o altro.


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Le maschere del carnevale 2021

LE MASCHERE DEL CARNEVALE 2021

Nell'anno 2021 a causa del Covid19 è stato abolito ovunque nel paese il carnevale per evitare gli assembramenti …..


In una vecchia soffitta polverosa però si agitava qualcosa. C’era un antico libro aperto sulle figure delle maschere che rappresentavano, ciascuna, delle città italiane.
Tra le maschere molto agitate, come per magia, stava lampeggiando un’energia da favola che le fece uscire dal libro e materializzare!
Era il giovedì grasso che cadeva come inizio del carnevale, uscirono quasi tutte le rappresentanti d’ogni città e si tenne in quella soffitta una grande riunione importante tra:
Gianduia per Torino
Meneghino per Milano
Arlecchino e Brighella per Bergamo
Dott. Balanzone per Bologna
Colombina e Pantalone per Venezia
Pulcinella e Tartaglia per Napoli
Rugantino e Meo Patacca per Roma
Stenterello per Firenze
…. e tante altre ancora ….

Dopo aver confabulato a lungo presero la decisione di andare ognuno nella propria città e regione che rappresentavano e qui sdoppiarsi più volte per andare ad appendersi ai rami degli alberi di tutte le città come fossero dei vecchi vestiti a penzoloni pinzati su dei fili mostrando il loro dolore per il “non carnevale” che in questo anno 2021 non poteva manifestarsi. E rimasero così, fino al “martedì grasso” che poneva fine all'insolito carnevale silenzioso.
Alcuni dei Gianduia si erano materializzati anche sui rami degli alberi dei viali silenziosi della città di Ivrea che non aveva potuto raccontare la sua storia della bella mugnaia che aveva liberato la città dal tiranno. Per chiudere il carnevale il martedì verso sera scesero tutti i Gianduia dagli alberi e come nella chiusura del carnevale degli anni passati, camminarono silenziosamente verso la piazza più grande e ammassandosi uno sull'altro si diedero fuoco (diventando loro stessi uno Scarlo) per chiudere il carnevale come si faceva ogni anno dandosi appuntamento al giovedì grasso dell’anno successivo al grido piemontese: “arvedze a giobia ‘n bot” (arrivederci a giovedì all’una) sperando che per quel tempo gli esseri umani saranno riusciti a sconfiggere per sempre il terribile covid19!
Un solo Gianduia era rimasto per fare ritorno nella vecchia soffitta polverosa dentro il libro d’immagini da dove era partito insieme alle maschere delle altre città.
Rientrarono così tutte le maschere nel libro che si chiuse in una nuvola di polvere!


Bisogna dire che in tutte le piazze c’erano solamente a far festa, cantare e ballare tutti i coronavirus insieme ad ognuna delle loro varianti!


© Maria Luisa Bandiera




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Scrittura creativa scritta il 17/02/2021 - 07:37
Da Maria Luisa Bandiera
Letta n.629 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Quando un libro si anima accadono cose impensabili... così come ora è difficile pensare alla gioia e al divertimento del carnevale.
Brava, un carissimo saluto.

Grazia Giuliani 19/02/2021 - 19:48

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Grazie Mirko e Afrodite d'aver compreso il senso del "non carnevale" di questo racconto.

Maria Luisa Bandiera 18/02/2021 - 16:03

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Una nutrita carrellata di maschere classiche in questo piacevole racconto, che appartengono alla nostra cultura ma anche ad un nostro passato sempre più remoto e che nessuno ricorda quasi più.
Brava Maria Luisa, come sempre!

Afrodite T 18/02/2021 - 12:21

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Mi è piaciuto un sacco questo racconto. Mio suocero tempo fa mi raccontò di tutti i mulini lungo la Dora che avevano in Violetta la loro eroina. E mi piace pensare che la mugnaia come allora sconfisse il tiranno, oggi lo possa fare con questo nuovo nemico

Mirko D. Mastro(Poeta) 17/02/2021 - 10:55

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