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Baciata dalla rima (agli incavi)

Spiove.
Il suo corpo si muove
sopra il mio, arrossisce uno storno.
Più in là scende da uno scalogno
e la osserva ammaliato il ragno.
Torna a farsi sentire lo stagno
ora che spiove sullo zillare del vivagno.
La rima nella selce mi ingolla il sogno,
uscirne sarà il solo mio cruccio.
Poco più giù lumeggia un luccio.



(da “Quella stessa meraviglia…” -11 giugno 2021)




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Poesia scritta il 13/07/2021 - 06:07
Da Mirko D. Mastro
Letta n.666 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


Belle immagini in questo testo molto piacevole da leggere.

Maria Luisa Bandiera 13/07/2021 - 14:54

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Evoca figure a livello percettivo insediandosi da deuteragonista d’atmosfere; dannunziana, fonde l’uomo alla natura tra miraggi e fantasie.
Ciao Mirko


GiuliaRebecca Parma 13/07/2021 - 10:04

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