RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

IL MIO AMICO GIULI continuazione


Comunque, dopo dodici anni di inutili attese, nell’ultimo concorso, espletato in una delle pubbliche amministrazioni dello Stato italiano, al solito rimase tra gli idonei, ma, poiché vi era interesse da parte di più politicanti nei confronti dei loro raccomandati, fu aumentato il numero dei posti della graduatoria e finalmente, dopo tanta attesa, Giuli, fu dichiarato vincitore e, quindi, assunto alle dipendenze della predetta amministrazione pubblica.
Aveva compiuto trentuno anni ed era già sposato da sei anni con a carico i primi tre figli. In relazione al suo matrimonio è da notare come la sorte avversa volle che ci fossero sempre difficoltà anche questa volta; ebbe, infatti, una falsa gioia, poiché i due fidanzati ebbero, come si dice, a fuggire ed essendo due fuggitivi, cioè avevano fatto la cosiddetta “fuitina” in dialetto siciliano, un prete ignorante, indegno della parola del Creatore, diede il suo colpo di “grazia” o meglio di disgrazia: li sposò davanti ad un altare secondar... (continua)

Gino Ragusa Di Romano 08/09/2016 - 18:57
commenti 3 - Numero letture:1243

Voto:
su 2 votanti


IL MIO ANGELO CUSTODE


Finalmente un
po’ di relax, guardo di sottecchi i miei figli che gironzolano per casa, ormai sono degli uomini forti, vigorosi, belli e sani….
Sani, già questa parola la vedo proiettata nella mia mente a caratteri cubitali fino a trapassarmi l’anima e penetrare nella nebbia dei miei ricordi……
Un dolore lancinante e come in un film a rallentatore rivivo quei momenti.
Sono passati quattordici anni ma, la ferita ancora non si rimargina, eccomi là con in mano l’esito della mia gravidanza tanto desiderata: “POSITIVO”. Salti di gioia e poi cercare febbrilmente mio marito per dagli la notizia.
Sembriamo due adolescenti innamorati persi alla prima esperienza e invece era già la terza gravidanza!!!!
I giorni si susseguono rapidamente in un’atmosfera ovattata quasi irreale, sono al settimo cielo, e tra un’ecografia e l’altra eccomi arrivata al quarto mese, ancora un’analisi importante l’amniocentesi e poi potrò godermi tranquillamente la gravidanza. Piccolo mio, sento i tuoi primi timidi e... (continua)

MARIA MADDALENA SCANNELLA 11/10/2011 - 12:38
commenti 0 - Numero letture:1280

Voto:
su 0 votanti


Il movente


Lo stupore iniziale aveva lasciato il passo a un’ottenebrante angoscia. I volti delle guardie carcerarie seguivano l’espressione di Angelo, il cui solo dovere era quello di alzare le maniche della sua camicia, ogni volta che esse tendevano a ricadere sopra i polsi minuti.
«Non nascondo niente. Lasciatemi in pace!» gli venne da urlare, avanzando la sedia di qualche centimetro, rispetto alla posizione stabilita.
«Tuo padre sta entrando: ti teniamo d’occhio.»

L’uomo incarcerato non riconobbe il figlio che gli si era posto dinanzi: erano trascorsi quindici anni, nessun’altra visita, eccetto quella di un giornalista del Popolo Unito, interessato a ricostruire i fatti del duplice omicidio di Acquaviva.
«Cosa ci fai qua?» intercalò il padre, con un tono smunto e particolarmente diffidente.
«Sono qui per sapere perché l’hai fatto», disse Angelo, «l’articolo uscirà a breve. Mi servono gli ultimi dettagli.»
Angelo nascose l’amarezza di non essere stato riconosciuto. Per l’ennesima volta,... (continua)


Francesco Paolo Hutin 11/10/2021 - 14:30
commenti 0 - Numero letture:375

Voto:
su 1 votanti


Il palazzo della vergogna


Ammanettarlo non aveva creato problemi. Anzi sorrideva mentre i carabinieri lo circondavano, armi in pugno, sui portici di Palazzo Uguccioni in piazza della Signoria.
Una schiera di Fiorentini osservava la scena a naso in su’ nella piazza affollata da turisti errabondi.
Patergo guardava le manette ai polsi e rideva a crepapelle, continuava ad inciampare con gli stivali nei bordi del lungo mantello nero in cui era avvolto.
Il maresciallo si fece largo fino a trovarselo di fronte.
Lo guardò intensamente per cercar di comprendere dalle espressioni della faccia che persona fosse Patergo.
-Perché hai gettato di sotto quella donna? Gli chiese.
-Clementina era lo nome di costei. Quando le chiesi la mano lei si promise a me come donna di casa, e ciò fù per lungo tempo.Un dì cominciò a dipinger cose umane anziché d’agnello e pane, la tavola imbandir. Ordì, a mia insaputa un intrigo, del quale porto ancor vergogna. Ella ritrasse lo corpo nudo di un giovane a lei parente ed a tale offesa ... (continua)

paolo signorini 06/11/2016 - 19:33
commenti 0 - Numero letture:903

Voto:
su 0 votanti


Il pescatore


Era notte fonda e l’ avevano svegliata di soprassalto, il cuore le martellava impazzito, qualcuno, senza tregua bussava insistentemente alla porta.

S’ alzò da quello che poteva sembrare tutto tranne che un letto, un pagliericcio con le molle rotte, i cui spuntoni le si conficcavano nelle carne facendole un male cane. Già, i cani sentono dolore e lei era diventata quasi un animale per come viveva.

Intanto sembrava che volessero buttarle giù la porta. Sentiva una voce: ” Comare Rosina, comare Rosina…” Lei s’ alzò e scalza, camminando a fatica, gridò: ” Ma chi è? Un attimo!”

Scese le scale di legno ed aprì la porta trovandosi così davanti a zia Peppa, l’ anziana donna che viveva vicino al piccolo molo. Tutta agitata le disse: ” Hanno trovato la barca.”

Rosina si mise la mano sulla bocca per trattenere l’ urlo che le risaliva dal petto e con un filo di voce, chiese: ” Dov’è? Ditemi, ditemi dove l’ hanno trovata.”

Peppa rispose: ” Lo conoscete, Salvatore, il figlio del pesc... (continua)


Anna Rossi 08/03/2018 - 06:14
commenti 6 - Numero letture:1007

Voto:
su 5 votanti


Il Pescatore di Rose


In questa notte che mi parla da lontano sogno il mio capitano e lo vedo tornare a bordo di quella donna che sfida la mia gelosia. Il risveglio mi lascia il sapore di una speranza viva che io ingoio, conservando la perla di una promessa. Della mia vanità ho fatto una collana che nascondo sotto la divisa dell'ingenuità e che io porto, obbligata dalla mia età.

Nel tempio abbandonato da un culto superato, io facevo voti per il mio amato e mi promettevo ad un dio perché lo facesse mio. Pregavo per farmi amare, come lo vedevo fare la notte, quando la sua forza mi portava a scappare e l'innocenza la potevo toccare con carezze rubate a donne fortunate, che la mia fantasia sostituiva a quelle mancate.
Pensavo che una volta cresciuta anche lui mi avrebbe voluta, così proteggevo quel mio segreto mentre imparavo a diventare grande, fra le carezze di chi mi scopriva e quella suora che mi rivestiva.
"I tuoi capelli sono il segno del demonio!"
Che abominio.
E mi insegnava nel sangue ... (continua)


Denise Villa 18/08/2016 - 11:25
commenti 1 - Numero letture:1077

Voto:
su 0 votanti





Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
commenti - Numero letture:

Voto:
su votanti





Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
commenti - Numero letture:

Voto:
su votanti


IL PRESAGIO


IL PRESAGIO


28 Dicembre 1908, ore 05,21, un violento terremoto rade al suolo la città di Messina e la dirimpettaia Reggio Calabria, disastro reso ancora più grave dal pauroso maremoto che ne seguì. Una data tragica che registrò migliaia di morti, una difficile ricostruzione e la vita stravolta per i sopravvissuti. Di questo pauroso evento, non certo unico in Sicilia, mi è giunto uno strano racconto, che si era perso nel grande flusso dei ricordi. Un altro dei racconti familiari, fatti o esperienze che allora si condividevano nei momenti di riunione. Un incontro casuale sul treno avvicinò miei genitori, allora sposini, con una famiglia di messinesi, i cui nonni anziani erano miracolosamente scampati a quel disastro, grazie ad un brutto presentimento.


Si svegliò di soprassalto con un grido, il cuore gli batteva a mille e sentiva il sudore che gli imperlava la fronte. Ancora quell'incubo, un incubo angoscioso in cui lui si trovava in una strada piena di fumo, nebbia e maceri... (continua)


Patrizia Lo Bue 16/01/2019 - 16:51
commenti 8 - Numero letture:903

Voto:
su 3 votanti


Il prestito


Quando i Cimbri, sconfitti da Roma agli albori della sua grandezza, si ritirarono sull’altopiano per fondarvi una piccola federazione, mai avrebbero potuto immaginare il remoto destino dei loro sette insediamenti.
“Sette Comuni” divenne il nome col quale, ancor’oggi, è conosciuto l’altopiano.
Se pochi ricordano l’origine del nome, la sua notorietà è invece legata a un tragico primato: l’altopiano detto “dei sette comuni”, è il luogo dove più a lungo di ogni altro, in Italia, infierì la Grande Guerra.
Tutto ebbe inizio il 24 maggio 1915.
Forse il Piave mormorava calmo e placido, come ricorda la famosa canzone, di sicuro alle 4,00 di quel mattino, tuonava una batteria di mortai da 280, piazzati nel forte Verena, a nord-ovest di Asiago.
Furono i primi colpi d’artiglieria italiani diretti verso il territorio austriaco.
A quei tiri ne seguirono troppi altri, dall’una e dall’altra parte, portando alla devastazione gli sventurati borghi dell’altopiano, che ne fu crivellato, sfigurato... (continua)

mario malgieri 05/05/2016 - 15:40
commenti 6 - Numero letture:1290

Voto:
su 2 votanti



[ Pag.1 ][ Pag.2 ][ Pag.3 ][ Pag.4 ][ Pag.5 ][ Pag.6 ][ Pag.7 ][ Pag.8 ][ Pag.9 ][ Pag.10][ Pag.11 ][ Pag.12 ][ Pag.13 ][ Pag.14 ][ Pag.15 ][ Pag.16 ][ Pag.17 ][ Pag.18 ][ Pag.19 ][ Pag.20 ][ Pag.21 ][ Pag.22 ][ Pag.23 ][ Pag.24 ]

 
     


- oggiscrivo.it - Copyright 2009 - 2024 - Tutti i diritti sono riservati - Webmaster Mauro -