RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

J. L. B.


J. L. B. sta rigidamente seduto su una poltrona nella vasta terrazza di un hotel a Palermo.
Ha il rugoso volto rivolto al cielo che i suoi occhi non vedono. Sente però la leggera brezza primaverile accarezzargli le vecchie membra. E' solo, la terrazza a quell'ora del pomeriggio è deserta. Stringe con entrambe le mani il bastone da passeggio.
Sa che il suo tempo è quasi compiuto. Ha chiesto di essere lasciato qualche ninuto in solitudine, ed è consapevole che, a una certa distanza, qualcuno, forse del personale dell'hotel, o qualche curioso, lo sta osservando.
Percepisce degli odori e dei rumori in lontananza, da quando non vede più che vaghe ombre, è attento a queste cose. Sente qualcuno avvicinarsi. Riconosce i passi di M. K.,la giovane donna che da anni lo assiste e lo accudisce.
Fra qualche giorno la sposerà.
M. K. siede accanto a lui. Gli comunica che è arrivata la giornalista che deve intervistarlo. J. L. B. annuisce, ma dice che si sta bene lì fuori in quella tiepida brezza:... (continua)

Luciano B. 03/02/2016 - 01:15
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L amore paterno


È solo una bambina, non sa cosa dire.
Il loro “solo” diventerà un’arma tagliante, un’arma pericolosa predisposta al cataclisma. Predisposta ad un disastro che porterà alla devastazione la vita della bambina e di chi essa stessa sceglierà. Magari, sarà solo una storia fantasiosa dove il piacere si mescolerà con il dolore, la tristezza con l'estasi, il desiderio con la paura come fosse si trattasse di un cocktail esplosivo nel quale avverrà una specie di appagamento perverso legato ad una profonda fame. Giungerà la vera pace dei sensi ma solo dopo aver dichiarato la grande guerra.
Questi sensi mescolati amabilmente opposti tra di loro mi perseguitano come l'ombra. Guardo nei suoi occhi e tremo, nella sua voce scorre il fiume di un'emozione forte. Pende dalle mie labbra vaghi nel buio delle mie risposte che non gli do ed in quel stesso frangente metto a nudo la mia anima innocentemente sporca. Non riesco neppure tenergli lo sguardo e le mie mani si attorciglino. Il nostro incontro si... (continua)

Michaela Patricie Zaludova 27/02/2018 - 12:23
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L'albatro di Nietzsche


Il trentaquattrenne studiava attentamente lo sguardo della madre e del nipote, mentre un impeto di rabbia e di follia si faceva largo tra le pieghe della sua anima stordita. D'un tratto il volto si fece pallido, lo sguardo allucinato, gli occhi fissi sul ritratto di Manzoni appeso alla parete che lo guardava con aria minacciosa. La misura era colma. E fu in quel momento che, scosso da un tremito improvviso, decise di parlare, urlare al mondo la sua verità, la miserabile condizione del suo spirito. Del mondo stavano davanti a lui due perfetti esemplari, due parenti preoccupati del suo stato, stolti mortali senza intelligenza alcuna. "Voi non capite" disse con un filo di voce l'uomo , "voi non capite". Lo sconforto gli rodeva il cuore. "Nessuno capisce!" urlò infine in preda alla collera e alla disperazione. La povera madre tentava invano di calmarlo, ma apparteneva ad un altro universo, col quale aveva interrotto qualsiasi tipo di comunicazione e al quale o... (continua)

Roberto Edoardo 06/07/2014 - 19:56
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L'altalena


L’altalena
Dal traghetto ormai prossimo all’approdo, osservava la scia spumosa e respirava a pieni polmoni; gli odori e l’aria salata che gli erano rimasti dentro lo risvegliavano, incancellabili; il vento teso si portava via il fumo del sigaro ma non i pensieri che si accavallavano in un vortice di timori ed incertezze.
Tornava per la prima volta nella sua isola, a quella che sino ai 18 anni era stata la sua casa. La casa che aveva abbandonato senza lasciare tracce, per fuggire da colui che gli aveva strappato l’innocenza e la fiducia nel prossimo. Lontano si era costruito la sua vita, ora aveva Teresa e tre figli.
Una volta sbarcato aveva preso l’autobus di linea, ed aveva chiesto all’autista di fermare alla contrada Sprigu*. Sceso, superate le prime vecchie case con intonaci scrostati ed affiancate da qualche nuova villetta, aveva preso il sentiero che riconobbe nonostante si fosse ristretto, spesso interrotto da nuovi arbusti e si era inoltrato nella macchia. Il cielo era bas... (continua)

Roberto Colombo 10/11/2017 - 09:48
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L'amore breve


Si erano conosciuti una mattina di maggio in un mercatino dell'usato, due frasi buttate lì, un paio di battute, nulla di più.
Sembrava essere finita lì tra Mauro e Lisa, invece il destino aveva disposto diversamente.
Una mattina Lisa andò al bar vicino a casa della nonna e lì incontrò Mauro, che da poco lavorava proprio in quel bar.
I due iniziarono ad uscire insieme e in breve nacque una forte complicità che Mauro chiamava amore.
Il legame tra i due divenne sempre più forte.
Una mattina Mauro accusò degli strani malesseri, pensava che non fosse nulla di ché, vista la stagione pensava ad un malanno tipico del cattivo tempo.
Passarono i giorni ma il malessere non passava.
La madre di Mauro, preoccupata, convinse un riluttante figlio, che cercava di sminuire il problema, ad andare dal medico di famiglia.
Questi consigliò tutta una serie di esami.
A Mauro sembrò esagerato l'approccio del suo medico al suo stato di salute.
Quello che venne fuori dagli esami era peggio di quanto s... (continua)

Massimiliano Casula 17/01/2018 - 20:25
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L'odore dell'uomo e il Lupo


Il vento del nord sta esaurendo la sua forza e si rompe in vortici e mulinelli sul fianco della montagna, fin sulla cima imbiancata, dove strappa sottili granelli di neve gelata che proietta, come la coda bianca di una cometa, verso l’argenteo disco della luna.
La piramide del Monte Velino, con il suo cappuccio bianco, sembra un vulcano sonnacchioso e tranquillo. Come un gigante buono, protegge la valle dai refluii freddi venuti da lontano. Si dice che dalla cima di questa montagna, nei giorni particolarmente sereni, e possibile ammirare sia il Tirreno, sia l’Adriatico.

Alle sue pendici, il vecchio lupo avanza allo scoperto, fra steli d’erba secca, diretto verso la fitta faggeta che veste i fianchi di una stretta valle, che fa da cornice all’imponente montagna.
Annusa l’aria alla ricerca di quell’odore così familiare e temuto, che ha imparato a evitare, sia per esperienza diretta, sia per gli atavici ricordi tramandanti dalle generazioni che l'hanno preceduto.
Quell’afrore d... (continua)


Francesco Gentile 25/02/2016 - 12:05
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L'OMBRA DEL PASSATO


L’OMBRA DEL PASSATO


Vecchi ricordi e immagini di un passato lontano e confuso riaffiorano nella mente di Irene, così pure, brutti incubi agitano il suo sonno notturno. Tuttavia la donna conduce una vita normale in compagnia del marito Nicola. Vivono in una bella casa, in un quartiere residenziale di Roma ed anche il lavoro, che svolgono entrambi nella stessa banca, riserva loro belle soddisfazioni. Giunge però il momento di capire cosa l’angoscia così tanto e di togliere il velo misterioso che copre il suo passato. Irene inizia un percorso psicologico a ritroso nel tempo che la porterà alla dolorosa consapevolezza di avvenimenti tristi che avevano distrutto la vita della sua famiglia. Da quel momento però troverà la forza di superare tutto e di vivere serenamente gli anni futuri.
La stella marina, di un vivido colore rosso volteggiò nelle acque profonde e si lasciò trascinare dalla corrente, agitando nel movimento i cinque bracci, come se danzasse. Poi il movimento del mare si ac... (continua)


Patrizia Lo Bue 20/01/2020 - 09:09
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L'ubriaco di rabbia


Stringeva il volante, lo stringeva così forte da riuscire a torcerlo con le mani negli spostamenti del polso, mentre seguiva le linee bianche che sempre più velocemente scorrevano sotto le ruote, curva dopo curva, marcia dopo marcia, non vedeva nemmeno più la strada, stava guidando nella sua anima, ed era sempre più rabbioso. Accelerava sulle sconfitte, sgommando su chi lo aveva deluso, ubriaco di un cupo e tetro dolore che gli annebbiava la mente.
Una voce gli sussurrava alle orecchie:
-Rallenta, Rallenta che ci ammazziamo così-

Ma lui non sentiva, o non ascoltava, sentiva soltanto l'eco del rumore delle porte che gli erano state sbattute in faccia, vedeva solo la sporcizia che aveva lasciato chi, dopo averlo attraversato, aveva abbandonato dentro di lui.
Sentiva pulsare nel sangue ogni pugno non dato, ogni "no" non pronunciato, ogni carezza che gli era stata negata, ogni affetto che una vita impietosa gli aveva strappato di mano, ogni sopruso che aveva dovuto subire, ... (continua)


Daniel Bertuolo 08/09/2015 - 20:35
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L'ultimo ballo


«Sei ebrea?»
Angela non rispose e rimase a fissare un punto indefinito del pavimento di quel rifugio, una piccola casa composta da una stanza scarsamente arredata. Uno strano silenzio regnò incontrastato per alcuni istanti poi spezzato dai bombardamenti sempre più vicini.
Horst Kleine, capitano delle SS, e la infermiera erano i soli sopravvissuti del decimo battaglione, spazzato via dalle forze alleate. L'ufficiale respirò profondamente, estrasse la Luger dalla fondina e la puntò verso il basso.
«Immagino che tu sia riuscita a nascondere le tue origini grazie a qualche scappatoia» disse rivolto alla donna.
Angela trasalì, indietreggiando d'istinto.
«Kommandant, non occorre, tanto siamo entrambi spacciati.»
Horst sorrise e appoggiò la pistola sul tavolo in legno massello, accanto a del pane raffermo e a una brocca piena d'acqua con due bicchieri.
«Volevo alleggerirmi da questa inutile ferraglia. In verità non ho mai ucciso nessuno, la divisa che indosso è dovuta alla costrizione ... (continua)

Giuseppe Scilipoti 13/09/2019 - 15:05
commenti 7 - Numero letture:820

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L'ultimo libro


Eccomi qui, in una fredda soffitta nella penombra, dove a malapena riesco ad intravedere le forme della cose. Tutt'intorno, fan da muro, accartocciati ed ingialliti manoscritti, dove le svariate storie, hanno preso vita con i loro personaggi, maschere nel teatro del mondo.
Mi guardo in uno specchio scheggiato e faccio fatica a ricordarmi chi ero, la barba incolta m’ incupisce di più ed il color terreo, per la mancanza di luce, mi dà un aspetto terribile. Il mio sguardo si posa su un vecchio orologio a pendolo, sono giorni che aspetto, aspetto cosa!?
Che la mia esistenza cambi, che succeda qualcosa per ridarmi la voglia di esistere. Ho freddo, mi stringo addosso il cappotto sdrucito e scolorito, ho una piccola stufa a legna, ma la legna é finita e sto bruciando a poco a poco, quel che resta della poca mobilia. Mi affaccio dalla piccola finestra e riesco a vedere le auto che sfrecciano veloci sulla strada bagnata.
Si è scatenata una tempesta furiosa dal freddo pungente, credo che fra ... (continua)

Anna Rossi 14/06/2021 - 05:51
commenti 12 - Numero letture:662

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