RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

L’altro viaggio 3/16 (Sacralità)


Sotto la poesia per Lei, una parentesi. Al suo interno, prima della virgola, il nome che darei alla raccolta che dovrebbe custodirla. Lei, una Musa.
Torniamo per un momento alle lettere in calce: “E poi, cosa rimane dentro noi? (…) / Il bene profondo non si offende”
Leggevo i respiri fino a commuovermi…
…a quei tempi ancora ero MastroPoeta


Quando la notte piange
sui tetti della città
qualcuno fa l’amore
dietro i vetri appannati
di respiri, mentre rotola
coi sogni sul cuscino
il buio, quel buio sopra
i nostri corpi intrecciati.

(Entrata in scena, maggio-giugno 2020)


Mastro frumento

La mietitrice,
in mezzo al biondo grano,
canta e miete
con l’agile mano.
Miete e canta:
“O spighe tutte d’oro,
frutto di terra,
frutto di lavoro!”
Canta e miete:
“O morbidi covoni,
che date i pani
saporiti e buoni
a tutti i bimbi
ricchi e poveretti.
turgidi chicchi
siate benedetti!”
La mietitrice,
in mezzo al grano biondo
mietendo canta:
“Com’è bello il mondo!”
(... (continua)


Mirko D. Mastro 11/01/2021 - 21:05
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L’altro viaggio 4/16 (Tenue)


Quella parentesi. Due date. La prima, quando ho composto la poesia. L’altra è quando l’ho ritenuta pronta per farvela leggere.
Ancora le lettere in calce: “Comprendimi, amica mia/ Tu puoi/ Tutto normale fra di noi”
Leggevo quei respiri, i sorrisi fino a commuovermi…
…quando ancora ero MastroPoeta


Difficile è guardare
che ti spogli senza
poter fare niente,
sentire il tuo respiro flebile
sul collo, ancora
e non poterlo
ricambiare è difficile.

Vaga l’anima mia senza meta
dentro lo stesso sogno…
ho sempre il terrore
che possa non fare ritorno.

La luna… ora lei sì, riposa
nel batter di ciglia di quelle notti
insonni spese ad adempire
al volere d’una voce convincente,
lene sulla mappa di forme
sinuose, di mani tue che vorrei
tra le mie quando è l’imbrunire.

(Entrata in scena, maggio-giugno 2020)


Tutti son mastri

Io so gli odori dei mestieri:
di noce moscata sanno i droghieri,
sa d’olio la tuta dell’operaio,
di farina sa il fornaio,
sanno di ter... (continua)


Mirko D. Mastro 13/01/2021 - 21:11
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L’altro viaggio 5/16 (L’aquilone, la gatta e le nostre storie)


Un mastro ti prende per mano, ti tocca la mente, ti apre il cuore. Con mestiere, con cura.
Ecco perché le filastrocche…
In calce, ancora: “Vederti un istante sopra un treno/ partire su un auto e andar lontano/ Quel lampo negli occhi, ciao/ D'accordo fa male, ciao, ma tu/ dentro di me non muori più”
Leggevo quei respiri, i sorrisi e le lacrime fino a commuovermi…
…quando ancora ero MastroPoeta


Stamattina volevo giocare
a soffiarti sulla schiena…
ti sei stretta nelle spalle,
hai coperto col lenzuolo i seni
e mentre mi perdevo sulla pelle
nel profumo tra il lobo e il tuo
collo mi hai sfiorato l’indice
col dito, lasciandomi l’aquilone
e portando via il filo.
Hai raccolto la gatta e lo spillone
e mi hai fatto l’occhiolino,
e ho seguito le tue forme e ti ho
sentita ancora ridere.
Ho aspettato un momento prima
di raggiungerti per non dartela subito
vinta, anche se amo sia tu a decidere.
Sapevo di trovarti in cucina, e hai
smesso subito di accarezzare la gatta
... (continua)


Mirko D. Mastro 15/01/2021 - 21:22
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L’altro viaggio 6/16 (Richiamo)


Vi ho svelato quasi tutto…
…di quando ancora ero MastroPoeta.
A fra quattro giorni amici miei. Martedì voglio raccontarvi invece di come a volte nonostante la tristezza per chi non c'è più, arrivano pensieri di luce a dipanare dolore.
Ora se mi permettete, canticchio (le abitudini sono dure ad andarsene) “Un'ora, un giorno, una vita (…) / Che cosa vuoi che sia?”


Non me ne sono forse mai
andato davvero,
la porta sempre aperta.
Tace il vento, taci ti prego… ascolta.
Non avrei mai desiderato altri battiti
del cuore sul mio petto, perduto solo
amore dietro l’unica scelta sofferta.

(Entrata in scena, maggio-giugno 2020)


Mastro cavatore

Sempre giù nei regni oscuri
batto batto col piccone
ed al grembo della terra
strappo i blocchi di carbone.
Giù nel cuore della terra
nero nero e impolverato
compio lieto il mio lavoro
che parrebbe tanto ingrato.
Il bel sole non mi scalda
non mi allieta col suo raggio
ma nel cuore ho un altro sole
che ravviva il mio corag... (continua)


Mirko D. Mastro 17/01/2021 - 21:23
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L’altro viaggio 7/16 (Io e lei a spogliare l’anima sui vetri)


Ho mancato l’appuntamento di giovedì. Avrei potuto scrivere Sono mancato all’appuntamento, ma l’uso dell’ausiliare Avere rende meglio la colpa che ho commesso.
Sapete, dopo avervi detto tanto di me ho sentito il bisogno un poco di riflettere. Il bisogno di un luccichio, un baluginìo.
In calce, Celeste. Celeste è anche “Un altro sole quando viene sera/ sta colorando l'anima mia”.
A onor del vero sarebbe più adeguato Stava colorando… quando ancora ero MastroPoeta


Sembra di poter scorgere
il fiato morbido di un lume,
nell'attesa di notti e scalini.
Lasciasti ci coprisse una scia
lunga una vita o una notte
sola, gradevole di gelsomini.
Sussurrasti con il ruscello su
barche di giornale il mio e poi
il suo nome, noi ti stavamo
ad ascoltare in fondo alla via.
Tremavi flebile, sola agli occhi
del lume… lei ed io c’eravamo
nelle notti bagnate di silenzi
e brina versate su quelle mie
d’inchiostro, le sue rosse d'albe.
Posso scorgere dalle tue finestre
aperte uno scal... (continua)


Mirko D. Mastro 23/01/2021 - 21:46
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L’altro viaggio 8/16 (Quando ci va)


Ecco il perché di un viaggio nella sensualità, dentro la passione.
La sensualità è come il silenzio. Ti cattura senza parlare.
O come diceva Dacia Maraini In una carezza, in un abbraccio, in una stretta di mano a volte c’è più sensualità che nel vero e proprio atto d’amore.

Quando ancora ero MastroPoeta… con te per un momento ho tratteggiato l’infinito
“Potrebbe essere di chi spera/ ma nel mio cuore è solo mia/ E mi fa piangere, sospirare”
Celeste, venerdì sera farò di te poesia e ti chiederò da quale parte stai…


Tornerai a spogliarmi piano.
Le tue vesti sfioreranno il legno,
le parole taceranno.
Come neve sfiorerai dentro me.
Dentro di te, tutto in una mano.

(Entrata in scena, maggio-giugno 2020)


Mastro gruista

Filastrocca di sotto in su
per l’omino della gru.
Sotto terra va il minatore,
dov’è buio a tutte l’ore;
lo spazzino va nel tombino,
sulla terra sta il contadino,
in cima ai pali l’elettricista
gode già una bella vista,
il muratore va sui tett... (continua)


Mirko D. Mastro 27/01/2021 - 21:55
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L’altro viaggio 9/16 (Commozione)


C’è una sola definizione della poesia secondo Joë Bousquet: l’accoglienza che l’uomo riserva alla vita.
Così da domani ti metterò da parte per un po’, Celeste… ho voglia anch’io di accogliere.


Quasi ogni domenica
sera prima della fine
del weekend tolgo
e aggiungo alla lista
quelle cose da fare
prima di dover morire.
A un certo punto
erano settantacinque
fino a restarne diciannove,
e ammesso che io sappia
ancora far di conto, dopo
la spunta questo fine
settimana rimani solo tu.
Tu di cui non so neppure
pronunciare il nome…
il vento tra la meliga nella
luce autunnale porterebbe
i fiori gialli fin sulla costa
dove le stelle marine
chiacchierone lo direbbero
al cembro che a sera ti parla
dalla finestra del giardino.
La sola cosa che mi manca
è fare l’amore con te ogni
volta prima di sognare,
con le tue mani sul mio
petto a mescolar emozioni.

(Dedicatoria- VII Elegia, gennaio-luglio 2020)


Mastro molatore

Arriva l’arrotino
e si ferma ai can... (continua)


Mirko D. Mastro 31/01/2021 - 21:57
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Mamma.


Si sbriciola il pane fresco al tocco delle tue mani che lo hanno preparato.
L'aroma e la fragranza che ne precedono poi i tuoi passi. Li sento.
Il gioco pare poi una scusa per incalzarmi a mangiare: Vieni a prendere il tuo pane, gioia di mamma!
Inebriano i miei sensi affascinati come sono dai miei ricordi e i tuoi modi gentili.
Le mani bianche che sanno ancora di farina attaccaticcia sulla pelle
ne fanno assumere ora un aspetto più gradevole ai miei occhi.
Guardano all'età attraverso i tuoi, ai pomodorini secchi nel pane
l'origano e della cipolla e l'olio che mi sento trasportare negli anni;
si quell'olio quasi piccante lì inteso quasi a voler sposare l'uno e l'altro ingrediente toccasana, nel contesto del tutto!
Quelle azioni degli assaggi dopo che mi avevi rifocillato sembravano non mi volessero perdere di vista neanche un solo momento. Di quell' affezionato a me di loro che ne sarà stato?
Era come se a rincorrere il pallone oltre a me ci fossi tu ed aspettavi proprio il mi... (continua)

Francesco Curro 20/05/2022 - 14:38
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Mesto ricordo


Mesto ricordo

Il vento di ponente non ancora arriccia l'onde
del mar che spumeggianti abbracciano il lido
Questo pelago ancor dormiente, si scrolla dalla pigrizia invernale.
La bionda arena non si incapriccia con quelle folate d 'Agosto che scendon dal monte .
Tutto è ancor muto ma tosto il sol varchera
Il suo posto in leone ,quinci quel luccichio
sulla marina allieterà le ore .
Ma tu ove sei figlio del turbinoso ponto,
che chiama l 'anime sue a lui più care ?
Non odo il son della tua voce, non vedo la tua ombra sull arenile, non ti bagni nei flutti di luglio.
Solevi cullarti tra quelle acque , ed io miravo il legame profondo: tu eri fatto di mare.
Inver ci risona un cupo cruccio ,
sora morte non lascia, la memoria sua non lassa sempre pronta a mieter il suo grano.
E quando più la garba la sua falce infissa.
OH amara vita che ti pieghi come spiga ,
perché non ti curi da tanta fatica?
Teneri come germogli siamo recisi vinti nullapiu.
... (continua)


corrado cioci 15/04/2023 - 13:51
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Mezza estate


Il caldo torrido d'agosto si faceva sentire

le pale del mulino a vento smisero di girare.

Il rigagnolo era secco solo qualche pozzanghera con dentro le trote che annaspavano.

Dentro il casolare c'era fresco perché fatto di pietre di granito,c'era pure una piscina per qualche tuffo.

La sera l'unico refrigerio,era tutti seduti sotto il pergolato,d'un secolare tralcio d'uva che rigoglioso carico di foglie e nuovi grappoli d'uva ancora acerbi per raccontare storie con amici del vicinato.

I bambini ascoltavano assonnati le parole di noi adulti,racconti di viaggi, accentuando...Per far loro paura, storie di vita vissuta e del  fantasma della chiesetta sulla collina.

Silenzio interrotto da gracchiare di rane e canti di cicale,latrati di cani.

A mezzanotte ci salutavamo e tutti si andava a dormire.

Le finestre aperte facevano entrare un po’ d’aria fresca.

Così fino al mattino dove l'alba sfoggia il rifluivo di odori di pino e asfodeli per svegliarsi da canti di uccel... (continua)


Francesco Cau 10/08/2022 - 23:21
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