RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

DIANA


Tua madre, piccina, tua madre ti ha vestita solo d’un pannolino, ti ha messo un biberon in mano, forse con
qualche goccia di calmante, ti ha lasciata nel lettino e se n’è andata chiudendosi la porta alle spalle, i tuoi panni stesi al sole.
Chissà se t’ha baciata o carezzata, prima di uscire, o meglio, di farti uscire dalla sua vita.
Tua madre, Diana.
Non voleva ucciderti, non voleva torturarti, come ha fatto, non voleva che restassi sola per sei giorni, mentre lei si divertiva senza mai pensare a te, che languivi in quel caldo infernale, non voleva che ti disidratassi, morissi di inedia, nella disperazione e nella solitudine più totali.
Non aveva intenzione di farlo, tesoro... ma l’ha fatto.
Che ne sarebbe stato di te, temo sia una domanda che non s’è mai posta.
Voleva solo cancellarti dalla sua esistenza dove per te non c’era spazio.
Aveva avuto un padre che l’ha adorata e ha adorato, una famiglia apparentemente “normale”, ma...
Ti ha partorita senza nemmeno sapere cosa stes... (continua)

Marina Assanti 24/11/2022 - 11:15
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Distorsione Notturna


Tu sei ciò per cui sono qui,sei la consolazione al paradossale ciclo di cui faccio parte, sei una candela che non posso spegnere ,l'unica che può salvarmi da un destino segnato,sei pioggia di novembre.Se tutto non fosse cosi insignificante mi fermerei un momento, per parlarti , e dirti ch'io non voglio fare altro se non accarezzare i tuoi brividi ,coprirti gli occhi con le dita ,sfiorando le tue labbra solo per immaginarne il sapore , mescolando i nostri corpi avidamente, dirti,sei il pezzo di puzzle mancante da sempre, eppure non mi fermo , non spendo parola, e vado via, fino a quando della mia luce, non rimanga neanche la scia.... (continua)

IL CONTE M. 12/11/2019 - 02:36
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DOLORE


Dietro un enorme maschera vive il dolore, il più angosciante sentimento che appartiene a tutti. Ogni giorno ci stendiamo sopra il nostro cielo, più e` immenso e più` e` grande il suo frastuono. Le voci dell'anima ti parlano con voce straniera, si odono grida e non si ascoltano.
Yoco ragazza vietnamita viveva ai margini della sua città con la guerra alle calcagna, il suo aspetto cosi glaciale si imponeva agli ufficiali dove si strofinavano agli alberi per il prurito che gli procuravano gli insetti. Un ufficiale chiede a Yoco___una cenetta insieme?___Badate a voi e andate adagio con le cene. L''ufficiale___ domani sarà domenica giorno di riposo___avete udito ?Yoco __lo sappiamo tutti che il nemico prepara la guerra, e la vostra solidarietà ha la maschera di uno spettro. L'ufficiale.... parla la voce di una dea? forse mi tocca abbassare la voce, dinnanzi a tutti i miei compagni__vogliamo sentire quello che ha da dire. Yoco sentendosi il fuoco dentro al petto risponde__Guardatevi be... (continua)

Angela-Paola Baroni 16/06/2016 - 23:34
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Dopo il mio funerale


Eccomi lì, rigida, fredda…sicuramente non ho una buona cera,
sdraiata in una cassa di legno lucido.
Credevo fosse più scomoda, invece non sento nulla, sono passata a miglior vita, o almeno così si dice. Mi hanno messa in mezzo alla stanza buona, addobbata a lutto. Intorno candele accese di cui non avverto sentore. E poi seduti in silenzio, rotto solo da qualche sporadico singhiozzo i miei congiunti.
Strano vederli tutti insieme, era moltissimo tempo che avevo cercato in tutti i modi di riavvicinarli, facendoli dimenticare dissapori ed interessi ma niente, ognuno fermo nelle proprie convinzioni, credendo di essere nel giusto, non avevano fatto nemmeno un tentativo per superare le ostilità.
Li guardo, ogni tanto qualcuno mi si avvicina e sistema la coroncina che mi hanno messo nelle mani, ma chi l’ha spostata?
E’ lì nella medesima posizione in cui l’hanno messa dall’inizio.
Come sono morta? Già torniamo indietro…mi ero alzata molto presto, come al solito, poi indossata la tuta da g... (continua)

Anna Rossi 30/03/2024 - 09:45
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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E fu sera, e fu mattina


L’aereo faceva ritorno dalla sua missione, ma il suo sistema di sganciamento non aveva vuotato completamente il carico di bombe.
Ne erano rimaste ancora tre che non potevano essere riportate alla base. La procedura era standard: gli ordigni non utilizzati dovevano essere sganciati prima del ritorno, non importava dove. Solitamente l’equipaggio in quei casi, poiché la missione era finita, li lasciava cadere in zone senza case, o con poche abitazioni perché non facessero altre vittime inutili, come utili dovevano essere invece quelle fatte nelle città che dovevano essere colpite.
L’incursione era stata nel pomeriggio e si tornava a casa che era quasi sera, comunque ancora si vedeva bene, si poteva fare un lancio avendo una certa cura di lanciarle in una zona giusta.
Si decise per farlo vicino a un piccolo colle, fuori dalla città più vicina; ci sarebbero state solo delle abitazioni sparse, ma il rischio era minimo.
“Procedura di sganciamento. 3,2,1 libere…”
Il fischio si sparse ne... (continua)

Glauco Ballantini 16/11/2015 - 09:17
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E in sottofondo Fred Bongusto...


Lo hai alzato quel sopracciglio arcuato e rifilato, ombreggiato di polvere satinata e l'occhio un po' all'in giù, tuo naturale. La linea scura del trucco contrastava con le iridi chiare ma seguivi con la coda dell'occhio, fino all'estremo del vedibile, il pianista del pianobar, che vedevi solo di profilo e non poteva incrociare il tuo interesse, intento com'era a guardare per aria, dondolando il capo, ispirato dalla melodia di Fred Bongusto, chè come lui nessuno lo sa fare il cantante da night. T'annoiavi in quella serata poco promettente e seguivi le bolle del perlage che dal bicchiere di moscato fresco parevano cercare, alzandosi a coppie, una via di fuga verso il mondo superiore. Fu così che non percepisti l'avvicinarsi del cameriere, alle tue spalle. Alzasti i tuoi occhi, conscia ch'erano belli e a presa rapida. Vi fu un impatto di momento e di battito di ciglia. Il cameriere era una ragazza, vestita in nero e pantaloni con banda di seta al lato del calzone. Ti guardò per nulla int... (continua)

mariateresa morry 02/03/2015 - 20:00
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EL BRUNO S'EN VA IN CITTA'


Aveva raggiunto il limite.
Prese il giaccone dal vecchio attaccapanni, i guanti, il cappello e indossando il tutto in maniera disordinata e frettolosa sbatte la porta di casa. Respirò l’aria umida e fredda che l’inverno aveva disteso sui campi, come un velo impenetrabile dai raggi del sole.
Lo sguardo si disperse sulle colline abitate dagli sparuti vigneti. I rami, nodosi, attendevano con pazienza la potatura.
Anch’egli sentì il bisogno della soppressione dal lordume che la vita gli aveva, suo malgrado, donato.
Strinse il mazzo di chiavi nella mano callosa, la riaprì per guardarle un ultima volta, quasi a salutarle. Il lancio fu preciso, al centro del corso d’acqua, gonfio delle piogge dei giorni trascorsi.
Il sentiero, tra i campi, con i suoi canali scavati dai trattori, ormai ricordi di un autunno laborioso, gli argini di acciottolati ai lati del torrente, fatiche di un’estate calda e promettente,
si seppellivano, ad ogni passo, sotto una coltre infinita di rabbia.
Camminav... (continua)

paolo signorini 30/12/2014 - 11:46
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Entropia


Italia, Bologna.Anno 2000.
- “Grazie per essere venuti! L’Assemblea di oggi si conclude qui. Ci vediamo giovedì prossimo alla stessa ora”
I pochi studenti che oggi sono presenti all’assemblea scoppiano in uno sbrigativo applauso prima di uscire dall’aula. Io rimango seduto aspettando che lei sistemi i libri nella borsa. Prima quello di Marx, poi qualche saggio di Hegel e infine il suo preferito: “L’anticristo” di Nietzsche. E’ incredibile la semplicità con cui riesce a tenere un’assemblea studentesca parlando di filosofia , poi di arte, poi di poesia, poi di politica e poi d’amore. Eppure lei ci riesce, d’altronde è riuscita proprio così a farmi innamorare di lei. Certo che anche i suoi occhi verdi e i capelli nero corvino hanno aiutato. Forse ha aiutato anche quella leggera difficoltà nel pronunciare la “r”, oppure quel suo passo lento e attento che non accelera neanche se fosse in ritardo all’appuntamento più importante della vita. Oppure la pallida carnagione che ai miei occhi l... (continua)

Giorgia Rosa 06/09/2014 - 03:47
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