Parole in libertà
RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Nel DNA della pioggia Infondo è come essere sul selciato, con le cose che diventano nere e silenziose.
Una situazione di sollievo che allontana da me il dolore che ho provato all’impatto. La cosa incredibile è che nel dormiveglia sdraiata vicino a me c’è Agave… Dalla natura morta sulla parete passai a miglior vita sull’alzata. Allo spuntar di un mattino di bruma una mano scavata mi portò a una bocca inappetente. In men che non si dica mi ritrovai a precipitare, spaurito… smarrito. Piombai nel pattume nauseabondo. Torsolo senza sostanza, ombra nella tela; nota morta su uno spartito. Agave era una piccola bambina che ci ha lasciato una fredda notte d’inverno. Mirko D. Mastro 15/06/2019 - 05:10 commenti 6 - Numero letture:882
Non è niente Nemmeno riuscivo a comprendere i miei pensieri per quanto veloci scorrevano, per non parlare delle pupille.. cosi fottutamente dilatate da creare un fatiscente buco nero pronto a inghiottire la luce retinale, quasi ad oscurare il paesaggio, a renderlo piatto e uniforme. Il rischio era enorme certo, ma cos’ho da perdere. Posso regalarmi emozioni mai provate prima, posso assaporare a fondo ciò che realmente è “paura”, posso dare un nuovo inizio come una nuova fine, il dubbio è fantastico. Il toccare la serenità era ciò a cui aspiravo, veder crescere quelle piante appassite e spente.. abbandonate a se stesse, come dei randagi, orfane di una vita non scelta da loro, di una vita già scritta, di una vita comune, di una vita banale. Il non sentire artificialmente le cose. A non essere guidato. A non andare in debito per vizi creati esternamente da altri fattori e non da te stesso. Imparare a respirare.. ca***! Era proprio quello a cui aspiravo, la soluzione era a due passi dal via, era propri... (continua)
Alessandro . 13/11/2016 - 18:49 commenti 0 - Numero letture:1348
Non può tornare l\\\'alba. Baratti guardava il cielo terso e muoveva il naso aquilino in aria come un cane da tartufi, sentiva odore di neve, il suo intuito si era talmente affinato da poter prevedere le condizioni atmosferiche muovendo anche la sola mano nell'aria, quasi a tastarla. Due suoi compagni, che neppure conosceva, stavano rannicchiati dentro un grosso cartone, forse l'imballaggio di un frigo, lo guardavano da lontano muovere la mano nel vuoto, sembrava danzasse sulle ali di piccole folate di vento gelido. Ma a loro non importava nulla, Baratti era uno dei tanti matti che s'incontravano qua e là, appostati nei sottopassaggi o all'ingresso della stazione. In effetti ora piccoli cristalli invisibili si notavano sulle spalle dei passanti, il vento si era arrestato di colpo e la luce del pomeriggio volgeva
ad uno strano color orzata. Baratti si strinse un po' nel cappotto, i bottoni allacciati sfalsati lo facevano pendere da un lato, dandogli un'andatura storta come un manichino instabile. (Eh già, l... (continua) FRANCESCA GUECI 11/08/2013 - 20:24 commenti 1 - Numero letture:1217
Opera non ancora approvata!
01/01/1970 - 01:00 commenti - Numero letture:
Opera non ancora approvata!
01/01/1970 - 01:00 commenti - Numero letture:
Opera non ancora approvata!
01/01/1970 - 01:00 commenti - Numero letture:
Occhi, vi vedo Dovevo dirglielo o no?
Quella notizia, appena appresa, mi aveva rattristato il cuore. Accarezzai la foto in bianco e nero su quella fredda carta ancora una volta, in cerca di consolazione, in cerca di un senso. Io che ti ho amato, a suo tempo, a mio modo. Senza pretese. Ma tu non lo hai mai saputo. Niente più di qualche sorriso, qualche sguardo. Ora solo questo mi rimane. I tuoi occhi azzurri mi osservano nel vuoto, mi ammiccano e mi consolano. Mi invitano a non preoccuparmi per ciò che verrà. “Va bene”, ti dico. “Va bene”, mi dico. Andai in cucina. Mi schiarii la gola. Alessandro Venoni 01/06/2020 - 23:07 commenti 1 - Numero letture:628
Opera non ancora approvata!
01/01/1970 - 01:00 commenti - Numero letture:
Paura Mi chiedo perché mi stia nascondendo solo per quello che sento. Vorrei solo piangere e lasciar uscire queste emozioni opprimenti che mi fanno salire il cuore in gola, ma qualcosa me lo impedisce. Forse è la paura di essere vista, la paura di non poter piangere davanti a qualcuno.
Mi chiedo perché io abbia questa paura. Forse perché non voglio compassione, non voglio frasi fatte e finti abbracci, non voglio domande per capire come sto o che mi sta succedendo. Vorrei solo sfogarmi con me stessa perché solo io posso capirmi davvero. O forse lo sto ancora cercando di fare. Sento qualcuno che si avvicina alla camera, non posso farmi vedere in queste condizioni, così spengo tutte le luci e fingo di star andando a dormire. Continuo a nascondermi. Come se stessi sbagliando, come se piangere fosse da deboli, codardi, qualcosa da non far vedere. Non so se voglio dimostrare di essere forte, anche se mostrarmi indifesa sarebbe l'azione più coraggiosa. Fatto sta che quando tutto tace e res... (continua) Green Eyes 09/11/2019 - 00:08 commenti 4 - Numero letture:685
Racconto9. Psicologia inversa Racconto 9
Psicologia inversa E allora provo a immaginarti... Selene Eca 11/02/2017 - 20:25 commenti 0 - Numero letture:1006
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