Sintomi  della variante milanese :
Leggero sentore di risotto allo zafferano

Sintomi variante romana: retrogusto di coda alla vaccinare e saltimbocca

Sintomi variante livornese: spiccato sapore in bocca di caciucco

Sintomi variante sarda: odore intenso di pecorino nel naso e sentore rancido di porceddu

Sintomi variante marocchina: febbriciattola da uso sconsiderato di kebab e cous-cous

Sintomi variante cinese: olezzo persistente di involtini primavera

Sintomi variante tedesca : rinite allergica da wurstel e crauti

Sintomi variante napoletana: intenso sapore nel palato di pizza quattrostagioni

Sintomi variante spagnola : bocca impastata di paella alla valenciana e gaspacho

Sintomi variante americana: retrogusto di hot dog e patatine con rigurgito di coca cola

Sintomi variante veneta : cefalea da indigestione di polenta e osei e prosecco

Sintomi variante piemontese: nausea grave da bagna cauda... cerea né......

Sintomi variante russa : cefalea da abus... (continua)

Coccolando un cucciolo di cane carlino sopra un canapé color canarino comprato a Cantù da un commerciante cinese di Canton, mi cadde sulle mie calze di ciniglia un capello grosso come un crine di cavallo capitato tra capo e collo indossando un caldo colbacco regalatomi da un cosacco calmucco affetto da calvizie circoscritta del cuoio capelluto.
Oh, cacchio, che coincidenza!
Comunque, per calmarmi, mi feci una calda camomilla con aggiunta di curcuma e cumino, accesi un CD e ascoltando Cuccuruccuccu paloma, mi cimentai, a cantare anch'io a cappella la canzone, sorseggiando nel frattempo cinque calici di cabernet e cinque cicchetti di  cognac.
Così, ciucco come una cicala in calore dopo un coitus interruptum, in pieno delirio alcolico, vidi un caimano con le ciaspole e un costumino di Coco Chanel che chattava con un cavalluccio Marino con delle cavigliere del Catakai alle zampe e che a sua volta cantava a squarciagola una canzone dei Cugini di campagna con un coro di cernie e calamari ... (continua)

Mi sono accampato ad Acapulco in un accampamento appena acquistato da un acrobata di Acitrezza pieno di acciacchi ed acufeni che collezionava acquasantiere ed era ghiotto di acciughe sottaceto. Cose da far accapponare la pelle anche a me che avevo fatto l'Accademia nella città dell'acropoli e avevo un particolare acume per l'acustica sotto le acque dell'Aquafan.
Ciò mi provocò una certa acrimonia e così presi un accappatoio e mi recai a fare Aquagim ma, accidenti!, mi punsi con un aculeo di acacia che mi procurò un dolore acuto all'alluce.
Forse era meglio se andavo ad acchiappare farfalle in un acquitrino ad Aquisgrana, dare dei soldi ad un accattone della casa accanto che chiedeva accorato l'elemosina oppure dare un acconto per l'acquisto di una partita di acciaio proveniente da un acrocoro e poi comprare acido acetico per combattere gli acari...mah...non ci capisco più un acca!!!... Acciderbola !!!... (continua)

Un bel giorno mi ero Mallarmé  per una notizia che mi sembrava poco Verlaine: che sia diventato Rimbaud tutto in un colpo?
Già ero pieno di Hemingway per i fatti miei che non mi ci voleva proprio questo Balzac al cuore!
Per calmarmi mi presi due pastiglie di Mauriac e mi addormentati continuando a Rousseau tutta la notte facendo uno strano Sontag, di un tizio col naso Camus che con un Brel sotto la pioggia e sopra una Montaigne , stava mangiando un bel pezzo di Zola. Stranamente mi risvegliai con il Pennac in tiro... che mi venga un Cocteau!
Ah, che Baudelaire! Ho già Dumas grossi così!
Sapete che vi dico? Ho deciso di Voltaire pagina e per finire in bellezza questa Bataille, me ne andrò a Beauvoir un bel Hugo al bar Apollinare e buon Sartre a tutti!... (continua)

Ho scambiato un sacco di soia per un secchio di sesamo con un seminarista di Sassari sempre sudato come una salamandra del Sudan. Se solo avessi sospettato che mi avesse rifilato una"sola"gli avrei dato delle sane scudisciate sul sedere e l'avrei sciolto come un savoiardo in un sorbetto al sassofrasso senza solfiti aggiunti.
Sicuramente fu una situazione scabrosa e così per tornare ad una sorta di serenità sostanziale mi associai ad un sodalizio solidale  per la salvaguardia dello sciacallo della savana del Sud Africa che aveva organizzato una serata sociale in un Sushi-bar dove mi strafogai di straccetti di salmone svedese in saor, sogliola dei sargassi alla senape, sardine a scapece, una sostanziosa fetta di Saint-honorè e uno splendido Sassicaia del  sessantotto.
Sfortunatamente dovetti scucire circa sei mensilità del mio stipendio di saldatore specializzato!
Sostanzialmente soddisfatto però, rientrai nella mia umile magione al sesto piano di Via San Silvestro al numero... (continua)

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