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Fermo l'astro illumina di sincera luce
la coltre che mai disillude il suo venire.
L'oratore nelle solitarie tempie riappare.
E dei di lei giorni parla sottovoce.


Chi bisbiglia quando la Luna accende la notte?
Chi suona sul pianoforte le ricordanti note?
Avverto nel silenzio mio più profondo
risate che furono la verità di un mondo.


Immagini passate si rincorrono,
la pelle lamenta il suo digiuno.
Mi osserva fermo quel metronomo.
E di lei manca solo un soffio di profumo.


Mf




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Opera scritta il 20/11/2019 - 23:45
Da Michele Facchini
Letta n.726 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Nella notte, le voci che ricordano un grande amore, fan pulsare le tempie e fan pulsare di grande poesia questo testo! Mi è particolarmente piaciuto il verso”la pelle lamenta il suo digiuno “ Anche “risate che furono la verità del mondo “.
Il senso della vita sta forse proprio nelle risate che facciamo con l’innamorato, quando nella vita ci capita la grazia di essere innamorati

Anna Maria Foglia 21/11/2019 - 11:04

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Elegante
... Come le dita sottili su un pianoforte
Nostalgica, ma molto molto bella

laisa azzurra 21/11/2019 - 10:17

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