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Peregrino cor

Qualcosa trema nell’aria tersa del meriggio.
Sassi sembrano nascondersi sotto l’erba.
Paria forse nebuli presagi in cielo
eppur l’aria ancor si mostra limpia.
Procede un carro pella strada.
Il borgo non lontano spande sapori di castagne
sì che il volgo s’appresta a far mercato.
Filande tessono
e del cuoio si sente l’odor dei conci.
Scorre ruscello bramoso del mare
tra rivoletti d’acque
che di tanto in tanto s’allungano pei campi
a dissetare messi nove.
Par che festa si farà
dalle bone zuppe
e dalle vesti in tiro.
Mecellaro apre bottega
nel frinire di rane
tutto d’intorno alle mura.
Or vado
sereno co i miei calzari
a ristorare membra defesse
dal mio lungo errare
e se pulchra sarà la mia borsa
forse meritato desco e bonissimo riposo troverò.
Son peregrino in core
e del mio passare fra le genti
niun presta attenzione
che tanto è leggero lo spirto
quanto invisibile lo passo.
Se mai qualcun dimanda porrà
di dove vengo
a lui risponderò
che son polvere
dalla vita trasportata.



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Opera scritta il 14/10/2022 - 13:25
Da Jean Charles G.
Letta n.262 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


La chiusa è..stupefacente!!

Anna Cenni 14/10/2022 - 18:21

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Un capolavoro poetico dolce e struggente.
Meraviglioso anche il video, ottima la recitazione dove la voce si sposa con la musica.

Marina Assanti 14/10/2022 - 16:39

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Vi lasci il link del testo ecitato, grazie!
https://www.youtube.com/watch?v=7zzUuJ3QKTA

Jean Charles G. 14/10/2022 - 16:27

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