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Bucolica

“Pendea picciol legnetto
tal avvinto d'edera
in intreccio 'sì stretto da sembrar uno.
Sfarzi di natura
che per attirar attenzione,
in rituali azioni pose l'essenza sua”


Andai pe ubertosi campi,
sfogliando petali colti.
Lessi novelle d'amore,
in pensosa solitudo e su viridi viali,
del creato voltai visioni.
Fui ape fra i fiori.
Vissi vita in bucolica letizia,
lasciando al vento vetusti profili.
Assaggiai gemme
nel diman loro di gustose primizie.
Pria che tempo levasse amiciza,
rinsaldai calore in fonno al cor
che del giorno a venire tramonto spera.


“Un cagnetto impertinente insegue una pecora
fuggita dal gregge, ligio al suo dover di pastore.
Dorme beato un gatto accovacciato su una tegola,
campestri casupole si tingono alla luce,
odor di minestra si sparge nell'aria
al venir dell'ora del desinare
e l'anima mia, affamata di tal bellezze,
al frugal desco s'abbandona
in beata gaiezza”.




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Opera scritta il 21/10/2022 - 14:09
Da Jean Charles G.
Letta n.284 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Grazie per tutto

Marina Assanti 23/10/2022 - 20:16

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"Novella speme ubertosi campi allo core donano..." mentre si leggon questi versi la gaiezza ti accompagna verso il tramonto...; ciao!!!!!

romeo cantoni 22/10/2022 - 09:01

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Quant'è bella, atmosfere magnificamente espresse, che mi pulsano in cuore da sempre... leggerti, a volte, è fare un tuffo nei bei sogni del passato, di un vissuto mai realmente vissuto... ma sempre sognato.
Grazie per questo viaggio... dal titolo avevo capito che era tua, Poeta

Marina Assanti 21/10/2022 - 17:45

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