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L'altra ora

Una coscienza dispersa, catatonica
Lanciata in prima persona
A velocità impensabile
Tra i vicoli umidi della sera
Dove langue un vento indolente
Che oltrepassa la promessa
Dei giorni a venire;
Il tocco di una campana
L'occhio della montagna
L'inno sommesso delle acque
Dabbasso, ai confini dello spazio
Dove è sempre possibile apprezzare
L'eco di risate antiche,
Il gracchiare del tempo grigio
Il volto beffardo del mattino
Quando il pesante orologio
Non batte perché la neve
Grava come un secolo
Nelle mani di un vecchio passante.



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Opera scritta il 23/01/2023 - 13:54
Da Marco Mitidieri
Letta n.964 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Era più adatto in prosa.

Aquila Della Notte 23/01/2023 - 21:02

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Un passato migliore--- un presente scontento pesante e difficile.
buon pomeriggio.

Eugenia Toschi 23/01/2023 - 14:40

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