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Trilussa

Trilussa


Caro esimio collega
che la rima un po’ ci lega.
Sempre per interpretare
la verità sul tuo intercalare…
romanesco,
mo’ vedo io se ce riesco,
scusa se sono modesto.
Ma tu signorotto d'altri tempi
scrivevi i tuoi sonetti.
Nei teatri e cabaret
ti destreggiavi avanti e inde.
Conosciuto nell'ambiente
non ti sfuggiva proprio niente.
Persino il Papa Re
non pregava più per te
ma ti leggeva chi sa perché.
Ammirato dai compagni
ma ai fascisti tu le cantavi.
Nella bella époque
con le donne
gran adulatore ma sempre
gran signore… conducendole
nell'alcova, con le tue parole
rivelando al mondo la tua prole.
Ma di cani e porci ci son
pure i giorni nostri.
Ma con grande soddisfazione
pure io rimo le parole... Or
scusandomi dell'attenzione
la butto lì col cuore,
ma ancor il poeta ci vuole
per l'attuale situazione.




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Opera scritta il 21/01/2024 - 09:31
Da Francesco Cau
Letta n.169 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Ammirato Piaciuta.

Francesco Rossi 22/01/2024 - 18:47

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Hai tracciato il profilo del grande Poeta ad arte e convincente, ciao

Francesco Scolaro 22/01/2024 - 10:27

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Molto simpatica la tua poesia. Piaciutissima. Cari saluti, Buon inizio settimana.

mare blu 22/01/2024 - 08:50

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Trilussa, poeta de trastevere er mejo, che della statua sua, colombi e gabbiani in testa, se magnano pure la minestra. Mi vogliano scusare quelli de Roma! A te i miei complimenti!!

Anna Cenni 21/01/2024 - 21:43

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