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Luce e penombra

Volendo
potrei facilmente uscire
da questa siffatta condizione
basterebbe
che mi affrancassi dalla spinta
che suadente
agisce dentro me.


Basterebbe
che avessi a cure il panfilo
e non il mare
sognassi l’astronave
e non la luna
che non amassi il sole
ma la caldura
onde scurir la pelle per vanità.


E se questo
bastevole non fosse
potrei sommare la mondanità
i viaggi affollati
le cene organizzate
per sussidiare chi blatererà.


Ed invece … io resto qui
dentro l’incanto
dal vento avvinto
con lei accanto
che in sogni stracolmi m’induce
e con voce fioca mi dice:
si è fatto tardi … ti prego
smorza quella luce.




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Opera scritta il 21/02/2024 - 16:15
Da Francesco Scolaro
Letta n.206 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


Molto bella la tua poesia Molto piaciuta, specialmente la chiusa. Cari saluti

mare blu 25/02/2024 - 21:20

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Le prime strofe inneggiano alla speranza, l'ultima è:una spada nel cuore. Stupendamente commovente.

santa scardino 22/02/2024 - 17:08

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Molto originale, e con una chiusa da libro giallo.

Anna Cenni 22/02/2024 - 16:05

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Bello vivere nei sogni

Mary L 22/02/2024 - 15:21

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Vivendo tra i sogni, nella penombra e nella luce, si evita di peccare di vanità, che si disprezza. Bellissima

MARIA ANGELA CAROSIA 22/02/2024 - 15:06

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Bellissima poesia.

Francesco Rossi 22/02/2024 - 10:00

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Non c’è abbastanza buio in tutto l’universo da spegnere la luce di una sola candela. (Fannie Flagg)

Francesco Cau 21/02/2024 - 18:06

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