..fanne la descrizione fisica, e non solo
Le istruzioni sono:
Immagina di incontrare, all’improvviso, una persona o ritrovarti in un luogo che non ti aspettavi...
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Sorpresa…e pizza con le pere
Erano le due settimane che portavano alle mie tanto agognate vacanze, e meritate perché alla clinica Molare in Orbita dove lavoro con il mio socio e collega il Professor Menicuccio Blu avevamo avuto parecchio da fare con l’impianto dentale della Germana, per non dire dei tre trattamenti laser corneali per correggerle miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia. E poi c’era stato l’intervento chirurgico intraoculare alla Cesarina e successiva altra operazione di chirurgia correttiva della mascella.
Lo ricordo bene quel periodo perché tra tutti i miei impegni stavo cercando di organizzare una rimpatriata con amici e parenti prima della mia partenza per Occhiobello dove sto sempre una ventina di giorni dalla Gemma, un mese a Arma di Taggia e quest’anno solo una decade alla pensione Betty Lou a Paperino con un’amica, Mattea che quella burlona di mia cugina Mimina chiama Doretta o alle volte Matilda.
Dicevo degli impegni. Il lunedì non visito, così mi prendo il tempo per il golf o il biliardo alla Pro Loco invece il martedì niente oftalmoiatra: da un po’ c’è una tirocinante che se la intende con Menicuccio. Il mercoledì non posso perdere il mercato a Montesegale sempre pieno di borgorattesi, con tante bancarelle d’antiquariato dove di tanto in tanto riesco a trovare nuovi abbecedari per la mia collezione che tengo sotto la finestra dirimpetto alle teche con le farfalle. Poi l’analista.
Di giovedì vado a camminare con Fortunata sul Monte Chiappo e da anni pranziamo a Fortunago da Mariuccia e venerdì relax: un lungo giro con la mia Citroen DS “squalo” con Eric Clapton a tutto volume o musica per violino, un po’ di TivùSat e qualche episodio in tedesco di Rex.
Ma quel venerdì niente relax, tutti insieme e come meta la pizzeria Lievito Madre a Vigevano dove mamma Gianna ha lavorato per metà della sua vita. In macchina con me lei e papà, in permesso d’uscita dal carcere di Torre del Gallo dove sconta una pena per traffico d’alchechengi.
Dietro il nonno nella 131 Mirafiori inchiostro con Parlami d’amore Mariù di Mal alla radio e l’immancabile Pall Mall tra le dita, sul parabrezza in basso a destra l’adesivo “Giulio Stefano Ortottista, 43 anni in pileria”. Davanti a noi Mimina con il suo accompagnatore Altobrando sulla Diana del ’67 che le è toccata dal divorzio anni or sono, a passo spedito sui tornanti tortuosi fino ai laghi di Santa Marta… che spettacolo! Automobili ferme e occhi incollati a quelle acque sorgive cristalline, sulle sponde basse pescatori di trote, salmerini, carpe, temoli e un piccolo chiosco dove una figura ci saluta con la mano. Ma è troppo lontana per distinguerla. Mentre ci avviciniamo, la mia comitiva rallenta il passo lasciandomi alla guida. La figura si fa femminile, volto scarno e a punta; occhi piccoli e neri e dolci, golfino oltre i fianchi e gonna scura, scarpette basse… è la tata Rosa, la mia tata. Non ci posso credere, che sorpresa mi hanno fatto!
“Tata Rosa vieni, fatti abbracciare. Che bello rivederti…”
<Fioeu, tì te see semper bel me 'l sul>
Lo ricordo bene quel periodo perché tra tutti i miei impegni stavo cercando di organizzare una rimpatriata con amici e parenti prima della mia partenza per Occhiobello dove sto sempre una ventina di giorni dalla Gemma, un mese a Arma di Taggia e quest’anno solo una decade alla pensione Betty Lou a Paperino con un’amica, Mattea che quella burlona di mia cugina Mimina chiama Doretta o alle volte Matilda.
Dicevo degli impegni. Il lunedì non visito, così mi prendo il tempo per il golf o il biliardo alla Pro Loco invece il martedì niente oftalmoiatra: da un po’ c’è una tirocinante che se la intende con Menicuccio. Il mercoledì non posso perdere il mercato a Montesegale sempre pieno di borgorattesi, con tante bancarelle d’antiquariato dove di tanto in tanto riesco a trovare nuovi abbecedari per la mia collezione che tengo sotto la finestra dirimpetto alle teche con le farfalle. Poi l’analista.
Di giovedì vado a camminare con Fortunata sul Monte Chiappo e da anni pranziamo a Fortunago da Mariuccia e venerdì relax: un lungo giro con la mia Citroen DS “squalo” con Eric Clapton a tutto volume o musica per violino, un po’ di TivùSat e qualche episodio in tedesco di Rex.
Ma quel venerdì niente relax, tutti insieme e come meta la pizzeria Lievito Madre a Vigevano dove mamma Gianna ha lavorato per metà della sua vita. In macchina con me lei e papà, in permesso d’uscita dal carcere di Torre del Gallo dove sconta una pena per traffico d’alchechengi.
Dietro il nonno nella 131 Mirafiori inchiostro con Parlami d’amore Mariù di Mal alla radio e l’immancabile Pall Mall tra le dita, sul parabrezza in basso a destra l’adesivo “Giulio Stefano Ortottista, 43 anni in pileria”. Davanti a noi Mimina con il suo accompagnatore Altobrando sulla Diana del ’67 che le è toccata dal divorzio anni or sono, a passo spedito sui tornanti tortuosi fino ai laghi di Santa Marta… che spettacolo! Automobili ferme e occhi incollati a quelle acque sorgive cristalline, sulle sponde basse pescatori di trote, salmerini, carpe, temoli e un piccolo chiosco dove una figura ci saluta con la mano. Ma è troppo lontana per distinguerla. Mentre ci avviciniamo, la mia comitiva rallenta il passo lasciandomi alla guida. La figura si fa femminile, volto scarno e a punta; occhi piccoli e neri e dolci, golfino oltre i fianchi e gonna scura, scarpette basse… è la tata Rosa, la mia tata. Non ci posso credere, che sorpresa mi hanno fatto!
“Tata Rosa vieni, fatti abbracciare. Che bello rivederti…”
<Fioeu, tì te see semper bel me 'l sul>
Scrittura creativa scritta il 03/04/2024 - 20:24
Da Eric Eco
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Commenti
Caspita, a tener dietro tutti i tuoi impegni ci vorrà una segretaria!! Bella la descrizione della tua tata, le tate non si dimenticano mai.O almeno loro così sperano. Mi è piaciuto molto questa scrittura, complimenti tanti!!
Anna Cenni 04/04/2024 - 11:53
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