Tacciamo per paura di rompere un silenzio
che vive da ormai troppo tempo,
schiavi della luce che emettiamo,
strisciamo su un mondo di riflessi.
Silenziosi,
bambole,
che aprono gli occhi al lieve movimento dei loro corpi scossi.
Mossi da fili invisibili,
ci muoviamo prima ancora che il pensiero giunga a risvegliarci.
Nessuna certezza,
solo caos,
siamo avvolti dal buio di una platea,
succubi di attori,
che volgono lo sguardo verso la loro immagine,
recitando, battute che ormai sono prive di significato,
svuotate dell'antico contenuto,
lasciando solo il guscio di un apparenza destinata a sgretolare.
che vive da ormai troppo tempo,
schiavi della luce che emettiamo,
strisciamo su un mondo di riflessi.
Silenziosi,
bambole,
che aprono gli occhi al lieve movimento dei loro corpi scossi.
Mossi da fili invisibili,
ci muoviamo prima ancora che il pensiero giunga a risvegliarci.
Nessuna certezza,
solo caos,
siamo avvolti dal buio di una platea,
succubi di attori,
che volgono lo sguardo verso la loro immagine,
recitando, battute che ormai sono prive di significato,
svuotate dell'antico contenuto,
lasciando solo il guscio di un apparenza destinata a sgretolare.
Poesia scritta il 10/02/2014 - 13:08
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