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Enrichetto, esile come una spiga di grano, somigliava vagamente a Stan Laurel. Bianco in volto, come fosse allergico al sole, non usciva quasi mai dalla piccola casa che divideva coi fratelli, dedito alla sua gestione millimetrata come la carta dei disegni delle medie, rosso su campo bianco.
Ti chiamava con la sua voce asmaticamente flebile quando si affacciava, di tanto in tanto, per tirare di sotto dalla finestra del piccolo bagno, i resti della verdura incartati in buste di carta, da dare alle galline. Lo si poteva vedere solo così, a mezzo busto, incorniciato in una piccola televisione.
Il suo regno era la casa che manteneva pulita ed in ordine.



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Racconto scritto il 23/10/2018 - 15:45
Da Glauco Ballantini
Letta n.931 volte.
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Commenti


Essenziale, ma sai dire molto.

Grazia Giuliani 23/10/2018 - 19:15

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