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<Se non ti indispone troppo, potrei sapere chi sei e dove mi trovo? E sempre a patto che non ti turbi… a che ti serve un orologio fermo!?>.
“E a che ti serve la D nel nome, Mirko Dormo poco e sogno anche meno?”.
< Il caos voluto dal giorno, certo ad esprimere la vita diventata molto disordinata, in cui i ruoli non hanno più la validità di una volta, un susseguirsi di azioni che esprimono a volte disagio... alla fine lascia un po'di amaro, e da riflettere. E poi la D. non sta per dormo… La notte invece scrivo, e non gioco con i sogni perché poi ci si sveglia>.
“Ho un nuovo tipo di sveglia, sai? Non fa rumore. Usa la luce e diventa sempre più luminosa finchè non ti svegli. Cos’è? Cos’è? (1)”.
<Insomma… non sopporto gli indovinelli, e non mi hai risposto riguardo l’orologio>.
“Sei in fiumi di inchiostro spesi benissimo. Non capisco perché una persona possa aspettare tre ore che un pesce abbocchi, ma non riesca ad aspettare l’ora legale… Se io fossi uno di quei signori dei sindacati chiederei che il cambio dell’ora avvenga il lunedì alle 16. Di colpo, sarebbe l’ora del tè. A sapere che ora era, ecco a cosa mi serve”.
<Tu, tu sei tutto… lasciamo stare. Ho un’altra domanda… che ci faccio con questa specie di mozzetta col cappuccetto rosso, così talmente brutto e ridicolo?>.
“La domenica ti alzi, e dopo qualche ora è già sera. Ti svegli il lunedì… e dopo nove ore ne mancano altre nove all’ora del tè. Che meraviglia. Chi hai visto nel bosco di Adriano?”.
<Dove!?>. “Abbiamo tutti bisogno di una tazza quotidiana di meraviglia. Nel bosco di Adriano chi hai incontrato… and who not (2)? Scusa, dimenticavo… Martini non è Carroll, o almeno non è inglese. E chi no?”.
<Io proprio non ti seguo… ti riferisci al suo racconto La favola di Cappuccetto Rosso raccontata dal nonno? L’ho letto qualche giorno fa…>.
“Ah, Ah! L’ha letto… senti questa. Siamo tutti nel racconto di qualcun altro”.
<Basta! Voglio tornare nel mio paese, dove le sveglie fanno rumore e gli orologi…>.
“Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo. Tutti abbiamo dentro di noi un paese delle meraviglie. La normalità ha grandi spunti di bellezza, e tu sei maestro nel raccoglierli. Chi c’era nel bosco…”. <C’era Martina, non Alice>. “E tutti abbiamo un’Alice, continua”.
“C’erano gli occhi del lupo dietro al cespuglio, nessun lampone”. <O forse solo il riflesso dell’immagine di noi stessi… Continua”. <I sette nani, con Cucciolo che non parlava. E una strana storia su Biancaneve, di abusi…>. “Anch’io smetterei di parlare se chi dovrebbe avere l’anima candida si macchiasse cocullo e abito talare. Continua”. <La mozzetta ora è un impermeabile! Sempre brutto, ma almeno… C’era una strega con la mela, due bambini che erano stati segregati, personaggi vestiti in modo insolito col vizio del gioco e discussioni su abusi edilizi>. “Vedi che sei bravo a cogliere la normalità… and who not?”.
<E ancora fatti di droga, e cavoli al posto dei padri>. “E cosa pensa del tuo modo di scrivere Adriano?”. <All’inizio che il mio fare poesia fosse troppo discorsivo, poi ha imparato ad apprezzare. Martini, sai, è tradizionale>. “E la tua Musa?”. <I versi si arrampicavano dalla pelle d’oca a dove abita il sole… Ora mi piace discorrere con i pensieri che mi girano per la testa>.
Per un po’ è stato come quando il cappellaio ha visto Alice…poi, lui era matto e lei Alice.


(1) La finestra (Jay Leno, conduttore televisivo)


-ispirato all’acuto commento di Graziella Silvestri



Mirko D. Mastro




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Racconto scritto il 05/02/2020 - 19:36
Da Mirko D. Mastro
Letta n.768 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


Certamente Graziella, tant'è che il Cappellaio definisce il racconto di Adriano "sei in fiumi di inchiostro spesi benissimo". Ti ringrazio di cuore, e col cuore anche tutti voi. E un ulteriore ringraziamento ai due autori che mi hanno "permesso" di scrivere questo testo, Carroll e Martini

Mirko D. Mastro(Poeta) 07/02/2020 - 05:32

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Gentile poeta Mirko D. (Mastro Poeta) sono onorata di averti ispirato con il mio commento <acuto>..io forse sono così Alice che ...Questo giro fantasioso mi ha divertito.Purtroppo la realtà è in certi casi molto misera,ma restare un po' Alice è necessario ma mai perdere la consapevolezza della realtà .Veramente bravo se posso osare.
Non dimentichiamo il racconto che ha dato l'imput, del poeta Martini.Grazie.

Graziella Silvestri 06/02/2020 - 22:21

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Delizioso,magico,ironico.....bravo Mirko!

Anna Maria Foglia 06/02/2020 - 21:00

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Indubbiamente un racconto di grande spessore e anche un po inusuale.Ti aspetto con le poesie ciao.

Antonio Girardi 06/02/2020 - 14:24

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Qui c'è la tua favola Mirko, tra bellezza e non...ci si cala nella magia proprio come Alice!

Grazia Giuliani 06/02/2020 - 10:21

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Bello, ironico ed anche originale...un bel racconto ricco di fantasia ma anche di insegnamenti.

Giacomo C. Collins 06/02/2020 - 08:36

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Bel racconto ironico.
Ha ragione Teresa a citare le brutture che ci circondano e il volerle evitare ... che non sempre riesce, però.

Ida Falconeri 06/02/2020 - 08:19

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Hai messo tutte le favole conosciute, con tanta ironia... ma anche con tanta fantasia. Alla fine, tutti viviamo immersi in un paese delle meraviglie, che non vorrebbe mai cambiare, per non capire le brutture di cui siamo circondati.

Teresa Peluso 06/02/2020 - 04:41

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